Covid, laurea anticipata per le folignati Maria Lucia e Sara: c’è bisogno di loro in corsia

Le due studentesse insieme ad altri cinque colleghi hanno risposto presente all’appello lanciato per far fronte alla carenza di personale nelle strutture ospedaliere. “Noi ci siamo”

Da sinistra Maria Lucia Gambacorta e Sara Alleori

Fino ad una settimana fa erano due studentesse universitarie alle prese con uno dei tanti tirocini, oggi sono due neo laureate pronte ad indossare la divisa da infermiere per dare il loro contributo al sistema sanitario alle prese con l’emergenza Covid-19. Loro sono Maria Lucia Gambacorta e Sara Alleori, due folignati di 21 e 22 anni, tra i sette studenti del corso di laurea in scienze infermieristiche dell’Università di Perugia che hanno risposto presente alla richiesta di anticipare di qualche settimana la loro laurea. Una richiesta arrivata direttamente dal Dipartimento di medicina del polo folignate per fronteggiare la carenza di personale all’interno degli ospedali e che potrebbe tradursi, nel giro di pochi giorni, nel loro primo incarico di lavoro.

Dove, non lo sanno ancora. “Un’eventuale esperienza Covid - dicono - un po’ ci preoccupa, ma sappiamo che sarà molto formativa”. Così come lo sono stati i tanti tirocini fatti nel corso dei tre anni di studi che si sono conclusi con l’esame di stato sostenuto lo scorso venerdì e seguito dalla discussione della tesi di laurea nel pomeriggio di lunedì. Tesi che Sara ha dedicato alle cure palliative, Maria Lucia invece alla sua esperienza personale. “A 18 anni ho dovuto affrontare la malattia - racconta - ho vissuto l’ospedale da paziente e ho visto cosa vuol dire essere infermiere. È li, probabilmente, che è scattata la molla che mi ha fatto decidere cosa volevo fare da grande, ma anche mamma e nonna ci hanno messo del loro. Nella tesi ho raccontato la mia esperienza e il mio ritrovarmi nel ruolo di infermiera con pazienti simili a me”. Per Sara, invece, il percorso è stato diverso. Dopo aver frequentato l’Ite “Scarpellini” ed essersi iscritta a lettere ha capito che non era quella la sua strada. “I racconti in famiglia di zia e di due cugine che lavorano nel settore sanitario mi hanno convinto a provarci”.

Ed è tra i “banchi” dell’università che Maria Lucia e Sara si sono “trovate” ed hanno deciso di affrontare insieme questi tre anni. “Insieme abbiamo affrontato gli esami e anche i tirocini” spiegano, ricordando l’esperienza condivisa all’Hospice di Spoleto, struttura dedicata al fine vita. “Ricordiamo tutti i pazienti che abbiamo seguito in quei 50 giorni. Insieme - raccontano - abbiamo esorcizzato la paura della morte e la morte stessa, anche se ci sono stati momenti di sofferenza. Ma è giusto che ci sia anche questo, perché anche noi siamo umani. I tirocini - proseguono - ti permettono di vivere tante realtà capisci qual è il tuo ambito”. Per Sara reparti specialistici come oncologia, neurologia o cardiologia, par Maria Lucia il dinamismo del pronto soccorso ma anche il day hospital oncologico. “Ovunque ci chiameranno, noi ci saremo” dicono all’unisono, pur non nascondendo il loro legame con la città di Foligno e con l’ospedale che le ha viste crescere.

Intanto, sbrigano le pratiche burocratiche, in attesa di capire cosa accadrà. Certe che senza l’amicizia che le lega, l’empatia che hanno imparato a vivere in corsia e gli insegnamenti di professori, coordinatori, medici, infermieri ed oss sarebbe stato tutto diverso. “A tutti loro diciamo grazie per averci dedicato il loro tempo, per averci ascoltate e aver creduto in noi”.

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di Maria Tripepi

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