Foligno riabbraccia gli studenti di Resita, tornati in città per costruire nuovi ponti

Prosegue il patto di amicizia tra le due città e le loro scuole nell’ambito del progetto “Da EurHope a EurHome” che vede in prima linea anche la Diocesi 

La sigla del patto d'amicizia tra il sindaco Mismetti e il collega Ioan Poan (foto Stefano Preziotti)

Nuova trasferta a Foligno per gli studenti del Collegio Traian Lalescu di Resita, in Romania. Giovedì 17 gennaio, a ridosso della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, una delegazione di ragazzi e ragazze, accompagnati da padre Nicolae Chiosa e da Madalina Chiosa consigliera del Comune di Resita, saranno ospiti degli studenti dell’Istituto tecnico economico “Scarpellini” di Foligno.

Come detto per gli studenti romeni, si tratta di un ritorno dopo la sigla del patto di amicizia tra i sindaci di Foligno e Resita nel 2016 e la visita dello scorso anno. La città della Quintana, dunque, sarà nuovamente location d’eccezione di uno scambio tra le due scuole, nell'ambito del progetto didattico "Cittadini del Mondo" promosso dalla Diocesi e giunto alla sua tredicesima edizione.

Incentrato sul tema "Abbattere muri per costruire ponti”, coinvolgerà in questo anno scolastico ben 1200 studenti delle scuole di ogni ordine e grado di Foligno. Dopo l’arrivo in città che, come detto, avverrà nella giornata di giovedì, gli studenti di Resita prenderanno parte, alle 21, alla preghiera ecumenica diocesana presieduta dal vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, nella Chiesa ortodossa rumena di Foligno in via San Giovanni dell’Acqua. Il giorno dopo, ossia venerdì 18 gennaio, alle 11, insieme ai compagni delle scuole di Foligno faranno tappa nella sala consiliare di palazzo comunale, dove ad attenderli troveranno il vicesindaco Rita Barbetti.

Un appuntamento, quest’ultimo, che vuole ribadire l’essenza del patto d’amicizia siglato tre anni fa tra la scuola di Resita, l’Ite “Scarpellini” e l’Itt “Da Vinci”. Un patto che, lo ricordiamo, fa della scuola, delle istituzioni e della chiesa gli interlocutori privilegiati del progetto “Da EurHope a EurHome”, cioè da un’Europa come speranza a un’Europa come casa. 

Un progetto che ha come obiettivo quello di abbattere i muri dell’egoismo, dell’odio, dell’indifferenza, coinvolgendo i giovani dei paesi partner ma anche quelli provenienti da contesti svantaggiati. Unendoli nell’incontro,  nel dialogo, e nell’accoglienza per far sì che insieme possano costruire veri ponti relazionali diventando ambasciatori dell’Europa dei popoli e delle culture.

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di Redazione

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