Prestazioni sanitarie più accessibili per i disabili: a Foligno il progetto Aedo

Nato su idea del dottor Lucio Patoia, è stato illustrato sabato all’Auditorium San Domenico: “Predisposte procedure per rispondere al meglio alle specifiche esigenze del paziente”

La presentazione del progetto Aedo all'Auditorium San Domenico

Garantire a pazienti con disabilità l’accesso a percorsi diagnostici, terapeutici e di prevenzione efficaci ed appropriati in relazione alle specifiche necessità imposte dalla disabilità stessa. È questo l’obiettivo del progetto Aedo (Accessibilità, appropriatezza ed efficacia per disabili in ospedale) presentato all’Auditorium San Domenico di Foligno nella mattinata di sabato scorso. Un progetto ideato e realizzato dal direttore della Medicina interna dell’ospedale “San Giovanni Battista”, il dottor Lucio Patoia, illustrato, appunto, durante un convegno che ha visto la presenza dei vertici dello stesso nosocomio folignate e dell’Usl Umbria 2, intervenuti insieme a diverse associazioni impegnate nel mondo della disabilità, alla presidente dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, Paola Fioroni, e al vescovo di Foligno e Assisi-Gualdo Tadino-Nocera Umbra, monsignor Domenico Sorrentino. Il progetto Aedo, nel dettaglio, coinvolge tutte le specialità del “San Giovanni Battista”. Le stesse che hanno predisposto, utilizzando pure la telemedicina, delle procedure ad hoc capaci di rispondere alle specifiche esigenze del paziente. Ma come si è arrivati ad inquadrare queste esigenze? È stato possibile attraverso una preliminare fase di indagine: in particolare è stato sottoposto un questionario a centinaia tra pazienti e familiari di chi frequenta centri per disabilità sul territorio umbro. Le 527 risposte ottenute hanno rappresentato, in maniera omogenea, una situazione di difficoltà nell’organizzazione delle prestazioni ospedaliere. Insomma, è dimostrato che le persone con disabilità complessa hanno minori possibilità si accedere alle prestazioni sanitarie, sia preventive che diagnostico terapeutiche. Esami che, per fare un esempio, sono a volte eseguiti in sedazione, anche se non è sempre facile trovare personale disponibile. Questa, di fatto, la base su cui il progetto Aedo intende agire, passando per un’adeguata formazione dei professionisti sanitari e per protocolli puntuali e specifici.

“Se non si organizzano percorsi e protocolli precisi per garantire alle persone con disabilità il pieno accesso alle prestazioni, tutto diventa difficile – ha spiegato il dottor Patoia -. Il progetto Aedo, esperienza da utilizzare per la costituzione di una rete regionale – ha proseguito il direttore di Medicina interna - vuole quindi essere qualcosa di inclusivo, un’operazione di civiltà”. “È un percorso di vicinanza nei confronti di chi ha bisogno di cure – gli ha fatto ecco il direttore generale dell’Usl Umbria 2, Massimo De Fino -, un progetto finalizzato ad una continuità, giacché sarà poi integrato ad altre zone della regione attraverso i distretti sanitari”. Paola Fioroni ha poi evidenziato come si tratti di un “progetto complesso che ha visto la partecipazione, l’impegno e la passione di diverse professionalità”, mentre il direttore dell’ospedale folignate, Mauro Zampolini ha posto l’accento sulla “tradizione di Foligno verso la riabilitazione e la disabilità”. Parole di apprezzamento sono arrivate anche dal vescovo Domenico Sorrentino.

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di Redazione

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