11.3 C
Foligno
venerdì, Aprile 19, 2024
HomeAttualitàTopino, Legambiente: “Fare luce sui prelievi”

Topino, Legambiente: “Fare luce sui prelievi”

Pubblicato il 4 Febbraio 2020 14:10 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:08

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Firenze, si conclude l’era Betori: il nuovo arcivescovo è don Gherardo Gambelli

Dopo aver accettato la rinuncia al governo pastorale del cardinale folignate, Papa Francesco ha nominato il suo successore: 55 anni, dal 2011 al 2022 è stato missionario in Ciad. Lo scorso anno il ritorno nel capoluogo toscano come parroco della Madonna della Tosse

“Evento politico” nella sede di Sviluppumbria: Pd e M5S insorgono

I “dem” Meloni e Bori pronti a depositare un’interrogazione in Regione sull’incontro dedicato alla tutela del “made in Italy” promosso da Fratelli d’Italia. A far sentire la propria voce anche il pentastellato De Luca: “Grave sbavatura istituzionale”

Dal Mic quasi 3,5 milioni per l’Umbria: ci sono anche Cannara e Spello

Il Piano triennale per le opere pubbliche interesserà in Umbria ventinove interventi. Dai musei all'archeologia, i fondi non saranno però destinati alle biblioteche

Ancora preoccupata dallo stato di salute del Topino, Legambiente Foligno torna alla carica. E lo fa chiedendo risposte concrete, mentre continua a vigilare sulle acque del fiume cittadino. Risposte che accertino “quale danno è stato arrecato al Topino ed al suo ecosistema durante tutto il tempo del non funzionamento della diga d’Acciano”. Opera che, ricordano dalla sezione folignate di Legambiente, il Consorzio Acquedotti di Perugia avrebbe dovuto costruire in cambio della possibilità di attingere acqua a scopo potabile dalle sorgenti del Topino, come stabilito da un decreto firmato nel 1955 dall’allora presidente della Repubblica.

Ma le cose, denunciano dall’associazione del presidente Marco Novelli, non sono andate proprio così. “Non si spiega – dichiarano a questo proposito – perché i prelievi siano continuati in maniera ininterrotta mentre la diga, fondamentale per il reintegro nei periodi di magra – sottolineano – sia stata in funzione solamente per 17 anni, ossia dall’80 al terremoto del 1997, praticamente pochissimo”. Una situazione che per Legambiente ha influito sulle condizioni di salute del Topino, restituendo l’immagine di “un fiume esausto, copia sbiadita del fiume importante che un tempo era”.

E proprio in virtù dei bassi livelli di acqua riscontrati e segnalati lo scorso mese di aprile da Legambiente attraverso rgunotizie.it, l’interrogativo appare scontato. “I prelievi effettuati nel corso del tempo – si chiedono infatti dall’associazione folignate – sono rimasti entro i limiti o sono stati maggiori come accertato in un determinato arco temporale in passato?”.

Intanto la questione è finita anche sul tavolo dell’assemblea legislativa. A porla il consigliere di Patto civico per l’Umbria, Andrea Fora, che con un apposito question time ha chiesto di conoscere “la reale situazione della diga di Acciano, i tempi di collaudo e se l’opera realizzata garantirà il reintegro della portata del fiume Topino”. Tra le domande poste anche “quale organo sarà preposto alla gestione della diga i limiti del prelievo e l’autorità che deve effettuare I controlli sul reintegro e sul rispetto dei limiti del prelievo”.

A rispondere l’assessore regionale Roberto Morroni, che ha annunciato come “a breve saranno avviate le operazioni per l’invaso della diga. Questo perché – ha spiegato – solo recentemente è stato possibile effettuare l’allaccio dell’energia elettrica, cosa che finora ha impedito l’inizio delle attività di invaso sperimentale necessarie al collaudo finale dell’opera e alla sua messa in esercizio. Il collaudo tecnico amministrativo – ha aggiunto l’assessore Morroni – è stato prodotto dopo i lavori di riduzione e consolidamento dell’argine eseguiti dall’Ati 3 di Foligno. La gestione della diga è assicurata dal comune di Nocera Umbra e non esiste alcun limite al prelievo per la diga di Acciano, perché la sua funzione è quella di reintegrare le acque della sorgente San Giovenale. I limiti sono invece imposti al prelievo idropotabile effettuato da Consap a San Giovenale per servire Perugia”.

Articoli correlati