Aggressione in discoteca, presa la banda. Parla la vittima: “Grazie a chi ha collaborato”
A Foligno presa la banda che terrorizzava i giovani in locali e feste di paese. Il ragazzo picchiato ha rischiato di non camminare più, ma avrà postumi invalidanti
Una violenza gratuita. E' il triste risvolto emerso dalle indagini che hanno portato all'arresto della banda che la scorsa estate – era il 29 luglio - aveva picchiato selvaggiamente un trentenne di Foligno. L'aggressione era avvenuta prima all'interno e poi all'esterno di un locale della periferia cittadina. Tutto è nato in pista, quando la giovane vittima ha dato per sbaglio un pestone ad uno dei quattro arrestati. Alla veemente reazione dentro la discoteca, è seguito poi un vero e proprio pestaggio all'esterno da parte del branco. Oltre al trentenne, la banda ha preso di mira anche due suoi amici che avevano tentato di difenderlo. Calci e pugni che hanno portato la vittima ad una prognosi superiore ai quaranta giorni per lesione delle vertebre, oltre ad un trauma contusivo addominale. Ai quattro aggressori (F.E., G.J, P.G. e M.S. le iniziali), tre albanesi ed un italiano tutti di venti anni, la polizia è arrivata grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e alle testimonianze degli amici e delle persone che hanno assistito alla scena. “I quattro non sono nuovi a questo tipo di comportamento – spiega il vicequestore Bruno Antonini, alla guida del commissariato di Foligno -. Una violenza gratuita da parte di una banda che gravitava in locali e feste notturne e capace di instaurare un clima di terrore tra i giovani”. Episodi non sempre denunciati per paura, ma che si sono verificati almeno in un paio di sagre del territorio e anche nella taverna del rione Badia lo scorso giugno. Tre componenti della banda sono stati presi a Foligno nella mattinata di martedì, mentre un quarto – giudicato colui che teneva le redini del gruppo - è stato fermato a Milano, dove attualmente risiede. Per tutti, già conosciuti per spaccio e reati contro la persona e nullafacenti, sono scattati gli arresti domiciliari: una misura cautelare che non sempre si applica in casi di questo tipo e che dimostra quindi la gravità di quanto avvenuto. A seguire il caso è il pm Elisa Iacone, con le attività che sono ancora in corso. Individuata anche una quinta persona, ovvero il conducente della vettura con la quale la banda è fuggita via. La sua posizione al momento non è comunque oggetto di indagine. Per la banda invece le accuse sono quelle di lesioni aggravate in concorso, aggravate dai futili motivi. PARLA LA VITTIMA - “Il mio assistito esprime il proprio ringraziamento nei confronti della Questura e di quanti hanno operato per identificare i suoi aggressori e proceduto al loro arresto – sono le parole dell'avvocato Giovanni Picuti, legale del trentenne barbaramente picchiato a fine luglio -. Le lesioni da lui riportate sono gravissime e per un puro miracolo, solo a distanza di tre mesi dall’ignobile pestaggio gli è stato detto che tornerà a camminare con le proprie gambe. Tuttavia i postumi invalidanti rimarranno di particolare entità. Si costituirà parte civile nel processo a carico dei suoi aggressori”. Inoltre, il giovane bancario tuttora immobile in attesa che le fratture si rimarginino, attraverso il suo legale fa sapere che è stato costretto e tuttora è costretto a stare lontano dal suo lavoro. “Grazie – fa sapere il trentenne – a quanti hanno dimostrato la loro solidarietà e a chi ha collaborato con la polizia per l'individuazione di soggetti particolarmente pericolosi ed è per questo che è giusto il provvedimento cautelare adottato nei loro confronti affinché certi comportamenti non vengano ripetuti”.

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