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Olivicoltura, Bernardino Sperandio denuncia: “Nessun aiuto al settore”

Pubblicato il 26 Maggio 2020 15:48 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:43

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Nessun aiuto al comparto dell’olivicoltura. È la denuncia che arriva da Trevi e che porta la firma del sindaco Bernardino Sperandio. “In questo periodo di pesante crisi – spiega il primo cittadino del borgo umbro – non è stato concesso nemmeno un aiuto al settore della coltivazione degli ulivi e alla conseguente produzione dell’Evo, al contrario del vino”. Per il sindaco trevano nulla di nuovo sotto il sole. Sperandio, infatti, parla di una “solita generale e colpevole distrazione delle istituzioni”, nonostante la quale però, rimarca, “gli agricoltori della Fascia olivata Assisi-Spoleto, con la loro ‘eroica’ azione, continuano a produrre un ottimo e salutare olio e a  difendere i valori identitari della regione”. Ma non solo.

In piena emergenza Covid.19, infatti, si è assistito – così come sottolineato da Bernardino Sperandio – al “risanamento di molti oliveti da anni abbandonati e ridotti in pericolosa sterpaglia”. “Tutto questo – ha precisato il sindaco trevano – grazie alla tenacia e passione degli agricoltori e alla nuova sensibilità di alcuni che hanno permesso di disporre di fondi per iniziare una inversione del processo di abbandono degli oliveti”. Il riferimento è, in questo senso, al Gal Valle Umbra e Sibillini “che ha messo a disposizione dei fondi per il risanamento dei muretti storici e degli uliveti del territorio”. “Un’azione – ha aggiunto il primo cittadino – che mi auguro possa ancora continuare con nuove e cospicue risorse”.

E proprio in virtù dei prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti dalla Fascia olivata Assisi-Spoleto – basti pensare a quelli firmati dalla Fao – Sperandio chiede il sostegno della Regione. “Richiesta – ha detto – che è stata già formalmente espressa dai sei comuni della Fascia per il prossimo PSR 2020-2027, ma ad oggi non recepita”. Da Sperandio, infine, una richiesta affinché “i fondi della PAC siano concessi solo a coloro che rispettano i regolamenti e non siano solo occasione di mera rendita. Le rendite – sottolinea – non sono utili allo sviluppo ma servono solo sempre a mantenere lo status quo”. Insomma, un appello a non abbandonare gli olivicoltori.

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