In Umbria è allarme redditi: a Foligno registrato un calo dell’1,6%

Interessate dalla riduzione anche le città di Perugia (-0,6%) e Terni (-0,7%). Paggio (Cgil): “Nodo salari e pensioni vera emergenza della regione”

Foligno dall'alto (foto Vissani)

In Umbria è sempre più emergenza redditi. A dirlo sono i dati pubblicati da Il Sole 24 Ore che, stilando una classifica delle prime 100 città italiane per numero di contribuenti, evidenzia una situazione allarmante nel Cuore verde d’Italia. A fronte di una netta ripresa degli imponibili registrata nel 2021, soprattutto al Nord e in generale un po’ in tutto il Paese, l’Umbria risulta essere l’unica regione in controtendenza, con addirittura un dato negativo: il reddito procapite, al netto dell’inflazione, è infatti sceso dello 0,2% rispetto al 2020. In particolare, dallo studio emerge come Perugia, Terni e Foligno siano le uniche città italiane a far segnare un calo dei redditi dichiarati. Il dato peggiore a Foligno dove la riduzione è stata dell’1,6%, seguito da Terni a -0,7% e Perugia a -0,6%. “Un vero e proprio tracollo”: così Maria Rita Paggio, segretario generale della Cgil dell’Umbria, che aggiunge: “Il nodo salari e pensioni è la vera emergenza di questa regione. Un’emergenza - prosegue - che chiama a responsabilità prima di tutto gli imprenditori e le rappresentanze datoriali dell’Umbria, ma anche i livelli istituzionali”. A loro, dunque, il compito di “mettere in campo politiche e interventi che invertano questa tendenza pericolosa - sottolinea Paggio -, che vede la nostra regione allontanarsi sempre di più dai territori più dinamici del Paese. Da parte nostra - conclude l’esponente della Cgil - abbiamo già lanciato insieme a Cisl e Uil, sia a livello nazionale che nella nostra regione, una grande campagna di mobilitazione per il mese di maggio, che vede al centro proprio il tema del rilancio di salari e pensioni”. 

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di Redazione

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