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Foligno: 25 aprile, emozioni e ricordi

Pubblicato il 26 Aprile 2015 09:57 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:20

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Settant’anni da paese libero.
Settant’anni di 25 aprile, e mai come quest’anno possiamo dire denso di significato e commemorazione.
Nella mattinata del 25 il comune di Foligno, oltre alla consueta rappresentanza delle associazioni con relativi saluti in piazza delle Repubblica, è voluto essere presente insieme al comune di  Trevi nelle montagne “sacre” per i partigiani, quella cascina chiamata Radicosa nella quale tante battaglie si sono combattute, alcune contro un nemico chiamato Germania e ultimamente conto il nemico dell’ignoranza. “Un saluto al collega Bernardino Sperandio, sindaco di Trevi, alle autorità intervenute – dichiara il sindaco di Foligno Nando Mismetti – ma soprattutto al nostro giovane partigiano Enrico Angelini, che grazie al suo gesto che ha voluto fare qualche settimana fa ci ha permesso di fare una riflessione più approfondita sul tema della libertà; un gesto che ha voluto ancor di più segnare la profondità dei valori con cui Enrico e tante persone come lui, anni fa hanno sacrificato la propria vita per dare a noi la libertà. A noi aspetta non solo di onorare ma soprattutto di consolidare quei grandi valori per i quali ragazzi come Enrico, tanti anni fa hanno perso la vita, per far si che tutto ciò che fecero nel passato non sia stato vano”. La mattinata nella cascina di Radicosa è stata una mattinata particolare, a tratti molto commovente con le due rappresentanze dei comuni arrivate a piedi da sentieri opposti, la messa in posa della targa d’alloro, i canti con una particolarissima versione dell’inno d’Italia e Bella Ciao ballata addirittura dall’ex sindaco Manlio Marini, ma il momento più toccante è stato il racconto dello stesso Enrico, un racconto spezzato anch’esso dalla commozione, tanta era l’emozione di ricordare aneddoti in quel luogo. “A fine dicembre 1943 io insieme a Franco Pizzoni e Franco Santocchia – dichiara Enrico Angelini – decidemmo di unirci al primo gruppo di partigiani qui a Radicosa, lasciammo alle nostre spalle la nostra giovinezza, i sogni e i nostri amori e quando ci riunimmo al gruppo di partigiani subito noi tre diventammo uomini responsabili di quello che la situazione ci attendeva. Quei mesi che ho fatto il partigiano – conclude Enrico Angelini – è il periodo che ricordo con più orgoglio ma anche con tanti rimpianti: rimpianti per quei due miei amici che non ce l’hanno fatta e rimpianto di non aver goduto di una giovinezza spensierata ma questo è stato il sacrificio che oggi dedichiamo a tutti i ragazzi per far si che gli ideali per i quali abbiamo combattuto si diffondano nei nostri giovani”. La giornata come da programma si è spostata a piazza della Repubblica con deposizione di una corona d’alloro di fronte al monumento ai caduti, presenti un picchetto d’onore del centro di selezione e reclutamento dell’esercito, rappresentanti di Aned ed Anpi e il grande accompagnamento musicale de l’associazione filarmonica di Belfiore. Premiato in piazza un altro partigiano che ha scritto la storia nella nostra città, il veterano Francesco Stella.

Alla fine di questa giornata ricca di emozioni possiamo ricordare le belle parole di Giorgio Bocca sui partigiani: “Ciò che può compiere un partigiano, indipendentemente da valutazioni di valore personale, è differente da ciò che può compiere un soldato di un reparto regolare. Chi crea è diverso da chi esegue, chi fa volontariamente una cosa è differente da chi vi è costretto, chi persegue un ideale costruttivo non è eguale a chi soddisfa un precetto legale. Nel secondo potrà esistere volontà e determinazione, ma difficilmente entusiasmo.”

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