Sono quasi cento le imprese del Folignate che hanno abbassato la saracinesca nel 2020. A dirlo è la Confcommercio, con il presidente della sezione territoriale, Aldo Amoni, che spiega come siano “previste altrettante cessazioni nel breve periodo”. “I responsabili di ordinanze che hanno ridotto l’economia alla povertà dovranno pagare” dichiara quindi il presidente di Confcommercio Foligno, che entra nel merito del nuovo stop imposto agli esercizi commerciali dalla reintrodotta zona rossa. “La misura è colma – commenta -. Basta chiusure a singhiozzo senza, tra l’altro, risultati sperati visto l’aumento dei contagi”.
Il numero uno dell’associazione parla di “scelte sbagliate che hanno messo in ginocchio le imprese, sempre più abbandonate a sé stesse”. Nuove chiusure che, secondo Amoni, hanno il sapore di una “beffa”. Sia perché arrivano a ridosso di San Valentino, evento che in qualche modo avrebbe potuto accrescere le vendite, sia perché sembrano entrare a gamba tesa in particolare su settori già martoriati dalla crisi. Tra questi, il presidente di Confcommercio ricorda quelli dell’abbigliamento, pelletteria, calzature e merceria per la casa che, loro malgrado, non hanno ricevuto – oppure in maniera ridotta – alcun ristoro. Con loro, poi, il settore enogastronomico ed alberghiero. “Le poche aperture – attacca Amoni -, comunicate senza giusto preavviso, sono frutto di decisioni sbagliate, dimostrazione – aggiunge – di mancanza di rispetto nei confronti delle imprese”.
Un quadro rispetto al quale Aldo Amoni richiede l’attivazione immediata del ristoro cinque, la revisione della tariffa della Tari e l’allungamento fino al 30 settembre del 60 per cento del credito d’esercizio per gli affitti. Così come interventi sulle banche per modificare la valutazione delle imprese per il credito, l’annullamento della tassa di occupazione del suolo pubblico per il periodo estivo e l’annullamento della tassa sulla pubblicità. “Basta alle promesse mancate, alle prese in giro e alle chiusure sbagliate”, conclude il presidente Amoni, che, intanto, annuncia la convocazione, per venerdì, di una riunione delle associazioni di categoria del terziario. Un tavolo per stabilire quali azioni intraprendere verso chi “decide della vita delle imprese” e discutere possibili soluzioni.