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Ludopatia: in Umbria “bruciati” 3 milioni al giorno. A Foligno 104 le persone seguite dalla Asl

Pubblicato il 15 Ottobre 2014 11:32 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:06

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Un bisogno irrefrenabile e incontrollabile, al quale si accompagna una forte tensione emotiva e l’incapacità di avere pensieri razionali e riflessivi. Sono queste le caratteristiche dei giocatori patologici d’azzardo, uomini che hanno perso il proprio posto di lavoro e con esso le speranze, uomini che si autoingannano innescando un circolo vizioso costruito su continue giustificazioni e giornate fortunate. E sull’emotività di questi nuovi poveri si innalza una sempre più ricca “industria della fragilità”. L’eco dei dati sempre più in crescita di queste “dipendenze senza droga”, spaventa e non poco: la fascia d’età negli ultimi anni si è notevolmente abbassata, si inizia a “giocare” non ancora compiuta la maggiore età. Ad aumentare questa patologia da gioco d’azzardo sono senza ombra di dubbio le slot-machine, che oramai si trovano in numerose attività commerciali e che conducono la persona ad una vera e propria “trans ipnotica”. “Chi gioca con le slot – spiega Lucia Coco, psicologa del reparto dipendenze della Ausl2 dell’Umbria – non arriva subito a rivolgersi ai nostri servizi. E’ per questo che vogliamo fare un lavoro di prevenzione”. Anche nel folignate infatti, il problema della ludopatia e del gioco d’azzardo è particolarmente sentito. I numeri ne sono un chiaro segnale. “Ogni giorno in Umbria si giocano tre milioni di euro – afferma Lucia Coco – sono dati che fanno rabbrividire. E’ in crescita il numero dei giovani. Ragazzi che sottovalutano il rischio, attirati da vincite immediate”. Il male da gioco, molto spesso, colpisce addirittura l’intera famiglia. I medici a volte sono costretti a prendersi cura dell’intero nucleo familiare. “Il gioco d’azzardo contamina tutto ciò che la persona ha intorno a sé” sottolinea la dottoressa Coco. Ecco i numeri: cinquanta i nuclei familiari interessati a Foligno, 104 le persone. Una crescita esponenziale, se si considera che nel 2010 erano “solamente” quindici. Sono persone all’apparenza normalissime, che ricoprono tutte le fasce sociali, dall’operaio al professore, in maggioranza di sesso maschile: su dieci persone, otto sono appunto uomini. Scelta etica necessaria, un no categorico a tale sistema di sfruttamento delle fragilità. In quest’ottica, Foligno si mobilita e grazie alla fitta collaborazione delle tante associazioni del mondo laico e cattolico. Domani si terrà il convegno numero 66 della campagna Slotmob, ovvero di tutti quei cittadini mobilitati contro la povertà e l’azzardo. Le numerose associazioni che hanno aderito all’iniziativa hanno anche redatto un programma di prevenzione al gioco d’azzardo per le scuole superiori del territorio: professori di matematica, di economia e di lettere potranno parlare dell’impossibilità statistica di vincere alle slotmachine, dell’importanza fondamentale di una economia equa e solidale e della storia del gioco patologico nella letteratura. A Foligno anche Luigino Bruni, ideatore di Slotmob, ed ancora tantissimi giovani delle varie associazioni che scendendo per le strade faranno notare come nel gioco d’azzardo non ci sia più nessuna caratteristica del gioco. L’appuntamento è quindi per domani alle ore 17 a palazzo Trinci di Foligno.

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