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Ast, Alfano riferisce alle Camere sugli scontri a Roma

Pubblicato il 30 Ottobre 2014 18:26 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:56

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Il giorno dopo gli scontri e le manganellate della polizia sugli operai dell’Ast di Terni, l’amarezza rimane e purtroppo non si può neanche cancellare. Tanti i messaggi di solidarietà ai lavoratori delle acciaierie che ieri erano a Roma per manifestare in difesa proprio posto di lavoro. Questo pomeriggio il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha riferito in Senato, e a seguire alla Camera, sui fatti di ieri esprimendo «solidarietà ai lavoratori dell’Ast e della polizia che sono rimasti feriti, auspicando che la contrapposizione tra lavoratori di categorie diverse venga evitata perché potrebbe innescare pericolose derive». Per Alfano, quindi, si è trattato di “un equivoco” dovuto al fatto che la polizia temeva l’occupazione della stazione Termini. Vicinanza arriva – tra gli altri – dai delegati delle Rsu dell’Oma Tonti di Foligno, che si mettono al fianco dei lavoratori dell’Ast. «Facciamo nostro l’auspicio – dichiarano – che si riapra una trattativa seria riguardo gli investimenti, che coinvolga tutti i sindacati, attenta all’occupazione, rispettosa della dignità dei lavoratori e che l’eventuale consenso sia frutto di una libera scelta consapevole e responsabile. Condanniamo – concludono – tutte le azioni violente, sia materiali che psicologiche, verificatesi ed esprimiamo il nostro sostegno ai manifestanti». Questa mattina comunque si è svolto un incontro a palazzo Chigi tra sindacati e governo per discutere della delicata vertenza. Al tavolo, oltre al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi e al sottosegretario Graziano Delrio, erano presenti anche il leader della Fiom, Maurizio Landini, e i segretari Fiom, Fim e Uilm (Rappa, Farina, Bentivogli e Ghini). Il ministro Guidi ha spiegato che si sta trattando con l’azienda per un piano industriale che salvaguardi il livello di produzione. Sul fronte degli esuberi, invece, il ministro ha affermato che «ne rimangono sul tavolo circa 140-150» ed ha illustrato la disponibilità dell’azienda a limitarli ad “un massimo” di 290 sugli oltre 500 annunciati. Nel frattempo, inoltre, circa 140 lavoratori avrebbero già accettato la mobilità. Intanto il ministro Guidi ha convocato per giovedì prossimo, 6 novembre, azienda e sindacati per il tavolo di crisi.

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