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I tentacoli della ‘ndrangheta in Umbria: 61 arresti

Pubblicato il 10 Dicembre 2014 07:17 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:29

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 Operazione “Quarto Passo”. E' questo il nome dato dai carabinieri del Ros di 12 Province italiane, che nella giornata di oggi hanno eseguito 61 arresti in ottemperanza all'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Perugia su richiesta della Procura distrettuale Antimafia per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, incendi e danneggiamenti, bancarotta fraudolenta, truffa, trasferimento fraudolento di valori, associazione finalizzata al narcotraffico e sfruttamento della prostituzione. Sequestrati inoltre beni per 30 milioni di euro. L'azione investigativa ha permesso di scoprire un'organizzazione 'ndranghetista collegata alla cosca Farao-Marincola di Cirò, capeggiata dal pregiudicato Natalino Paletta. L'organizzazione, radicata in Umbria già a partire dal 2008, si muoveva su più fronti. Intimidazioni, estorsioni e usura nei confronti di imprenditori locali per cercare di infiltrarsi sempre di più nel tessuto economico regionale. Gli investigatori hanno addirittura scoperto come, in alcuni casi, gli imprenditori umbri sono stati costretti ad emettere fatture false per dissimulare pagamenti illeciti, nonché a cedere le loro imprese a persone indagate o a loro prestanome. Il sodalizio commetteva inoltre truffe ai danni di fornitori di materiali edili, mentre un'altra componente, facente capo all'affiliato Francesco Pellegrino, era dedita alla commissione di furti di materiale edile e macchine operatrici. I proventi venivano poi reinvestiti in beni immobili e attività commerciali. "L'indagine Quarto passo conferma la capacità della 'ndrangheta di infiltrarsi in territori diversi dalla Calabria – ha affermato questa mattina il comandante dei carabinieri del Ros, il generale Mario Parente, nella conferenza stampa in cui è stata illustrata l'operazione – riproponendo, secondo Parente – quei modelli criminali tipicamente mafiosi, mantenendo saldi collegamenti con le cosche di riferimento, infiltrando il tessuto economico e imprenditoriale e praticando diffuse attività estorsive ed usurarie". "In questo caso - ha concluso Parente – possiamo vedere come l'Umbria, regione nell'immaginario collettivo immune da certi fenomeni ne sia stata interessata". Alla conferenza presente anche il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, che ha sottolineato come l'operazione ha smantellato “un'autentica holding criminale”.

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