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Piede diabetico: dalla prevenzione al trattamento. A Foligno ci pensa un team di esperti

Pubblicato il 15 Dicembre 2014 18:19 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:26

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Prevenire e curare il fenomeno del piede diabetico. Un fenomeno epidemiologico in costante aumento in Umbria e che l’ospedale di Foligno ha deciso di affrontare mettendo insieme tutta una serie di professionalità. Ne è nato così un team multisciplinare che ha messo a punto una vera e propria procedura aziendale, presentata lunedì mattina al San Giovanni Battista dalla stessa equipe medica durante un incontro promosso in collaborazione con Confconsumatori Umbria. “Ci siamo ritrovati insieme – ha spiegato il dottor Agostino Maselli, responsabile del reparto di radiologia vascolare dell’ospedale di Foligno – diversi specialisti appartenenti alle varie branche richieste per il trattamento sia preventivo che vascolare del piede diabetico e abbiamo deciso di creare questo gruppo per mettere a punto una vera e propria procedura aziendale”. L’obiettivo è quello della prevenzione e della cura così da ridurre il rischio di amputazioni, oggi in costante aumento nel Cuore Verde d’Italia. Il piede è infatti tra i cosiddetti bersagli privilegiati del diabete, malattia di cui soffrono 55mila umbri, il 51 per cento dei quali ha subito menomazioni di vario tipo. “Una vera e propria piaga sociale – è stato spiegato sempre dal dottor Maselli – sia come patologia che in termini di costi per la sanità”. Presenti all’incontro di lunedì anche il direttore del presidio ospedaliero folignate, Franco Santocchia, il presidente di Confconsumatori Umbria, Salvatore Lombardi, e i vari specialistici che hanno preso parte al progetto, come la dottoressa Cristina Vermigli, responsabile del centro regionale per la cura di questa patologia. “Il piede diabetico è la complicanza delle complicanze – ha affermato la Vermigli – e il diabetologo da solo non basta per farvi fronte. Occorre un coordinamento che coinvolga più figure”. “Con questo progetto – ha aggiunto il dottor Carlo Lalli, responsabile del servizio di diabetologia all’ospedale di Spoleto – stiamo passando da una medicina di attesa ad una di iniziativa, così da prevenire il fenomeno prima che si presenti e finisca con il degenerare”. Una realtà a costo zero, come spiegato dal dottor Domenico Antonini, responsabile del servizio di angiologia del San Giovanni Battista, che ha posto l’accento sull’importanza di queste iniziative, soprattutto in un periodo in cui la sanità deve fare i conti con la scarsità di risorse, ma in cui non si deve cedere a sentimenti campanilistici perché l’obiettivo rimane sempre quello di offrire un servizio all’utente. Pazienti che vanno coinvolti anche nel processo di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, insieme al personale medico ed infermieristico. “Nel nostro piccolo – ha dichiarato il dottor Paolo Cappotto, chirurgo vascolare dell’ospedale folignate – abbiamo dato una risposta alla politica sanitaria che da sola non può e non deve riformare gli assetti attuali”.

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