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Foligno, in arrivo 30 profughi. La Caritas pronta ad accoglierli

Pubblicato il 24 Aprile 2015 15:12 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:21

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Viaggi lunghi, estenuanti e spesso senza speranza. Chi arriva in Italia da profugo lo sa bene. Ma a Foligno la disperazione si trasforma in nuova vita. Sono circa 900 gli immigrati che l’Umbria prevede di sostenere, di cui 30 in arrivo in questi giorni nella città della Quintana. Le nazionalità di provenienza sono le più disparate. Attualmente soprattutto dall’Africa, come Gambia e Kenya, ma anche dall’Ucraina. Ad accogliere rifugiati, politici e non, è la Caritas che apre le porte della sua sede principale in piazza San Giacomo. “Le persone che arrivano da noi, affrontano percorsi diversi – dichiara Mauro Masciotti, direttore della Caritas di Foligno -. Prima di tutto c’è l’emergenza prefettizia, quella che avviene a seguito degli sbarchi, ma molto ricade nello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati politici. A ciascuno di loro viene garantita accoglienza e protezione, a seconda dei casi. Ma dietro queste persone ci sono prima di tutto storie, racconti. Come quello di una famiglia egiziana in fuga dal proprio Paese perchè perseguitata, o dei sopravvissuti ad uno sbarco, che hanno omaggiato con petali di rosa e grande commozione i loro fratelli scomparsi in mare”. L’avventura dei centri di accoglienza, delle vere e proprie case famiglia di piccole dimensioni capaci di accogliere un numero ristretto di ospiti, inizia nel 2011. “In quell’anno – aggiunge Masciotti – abbiamo fatto una scelta precisa sia come Caritas di Foligno, sia a livello regionale che con istituzioni e associazioni, per offrire un’accoglienza in piccole realtà e strutture quasi familiari, permettendo di avere un approccio diverso, mirato, che va al di là dell’iter istituzionale. Piccoli numeri, ma realtà forti di vita”. I ragazzi, infatti, in periodi che variano da 6 mesi a un anno – a seconda del percorso – studiano, lavorano, svolgono attività, riescono a formarsi oltre che ad apprendere e progettare insieme ai volontari. “Di tempo libero gliene lasciamo ben poco – sottolinea Masciotti – continuando a seguirli anche dopo lo scadere dei termini”. In arrivo anche progetti futuri, come “L’Arca del Mediterraneo”, che accoglierà giovani e meno giovani avviandoli in un percorso di formazione che permetterà, al loro rientro, di intraprendere attività lavorative. “Speriamo che questa accoglienza a Foligno, possa portare veramente nel ‘centro del mondo’ proposte di fratellanza e condivisione – conclude Masciotti – perché ce n’è veramente bisogno. Apriremo nuove case, chiamate ‘new cosmos’ (nuovo mondo) e lo stesso faremo con le diocesi che avvieranno con noi un gemellaggio, come sta avvenendo in Kenya, in Grecia e a Kobane. Tuto ciò va oltre l’immigrazione e il problema profughi. Si tratta di collaborare con le altre chiese sorelle del Mediterraneo, per vivere e crescere insieme con le proprie diversità, portando testimonianze e proposte di vita”.

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