Fermare la strage di migranti e profughi e riscoprire i valori dell’integrazione, lavoro e sviluppo per rispondere ai drammi che hanno segnato questo ultimo periodo. E’ questo il Primo maggio dei sindacati, con un fil rouge che unisce Foligno e Pozzallo, ovvero l’Umbria e la Sicilia. Cgil, Cisl e Uil hanno urlato insieme con forza da piazza della Repubblica di Foligno, la sede scelta per questo Primo maggio 2015, con l’obiettivo di rimettere al centro la solidarietà. Ad aprire la giornata è stata la banda di Giano dell’Umbria e i cori “Torrino” e “Voci nel vento”, insieme ai saluti del sindaco di Foligno, Nando Mismetti. Poi, parola ai segretari regionali Cisl e Uil dell’Umbria, Claudio Bendini e Ulderico Sbarra. “Non possiamo rassegnarci a che il Mediterraneo si trasformi in un cimitero – hanno detto – né a questo omicidio internazionale di profughi. Dobbiamo al contrario accogliere, perché questo è nella nostra cultura europea, anche se il valore della solidarietà sembra essere stato accantonato e dimenticato da chi governa i nostri paesi”. Sbarra e Bendini hanno poi evidenziato lo stretto legame che esiste tra il tema della solidarietà verso le popolazioni del Sud del mondo e quello della redistribuzione della ricchezza e della lotta contro le crescenti disuguaglianze. “Da questo punto di vista – hanno sottolineato i due segretari umbri – anche nella nostra regione va invertita una tendenza ormai conclamata all’acuirsi delle disparità, all’allargarsi della forbice tra ricchi e poveri. Una tendenza che mette in discussione lo stesso modello di coesione sociale della nostra regione. Per questo – hanno aggiunto – chiediamo al governo di abbandonare la linea autoritaria e dare vita ad un grande patto sociale con le forze produttive del paese per far ripartire l’economia”. Poi, la parola è andata a Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil nazionale, che ha chiuso la mattinata: “Cgil, Cisl e Uil hanno scelto Pozzallo in Sicilia come sede del Primo Maggio nazionale per indicare una priorità – ha detto nel suo intervento – perché una comunità civile come la nostra non può immaginare che l’unica soluzione sia una raffica di mitraglia per affondare i barconi prima che partano. Dietro quei barconi ci sono migliaia di vite ,comunque in pericolo, e lasciare morire le persone nel deserto, oppure in Libia non è certo un modo per pulirsi la coscienza”. Miceli ha ribadito dunque la necessità di creare “corridoi umanitari per dare a queste persone una via di fuga, una possibilità”. “Ma tutto questo – ha aggiunto – non sembra essere nelle priorità di chi guida l’Europa”. E allora è giusto che il sindacato “la più grande realtà sociale del paese”, metta in campo “tutta la sua forza, fatta di donne e uomini in carne ed ossa, per chiedere una svolta. Perché noi – ha concluso Miceli – siamo un paese accogliente e vogliamo continuare ad esserlo”.
Primo maggio: da Foligno a Pozzallo il fil rouge dei sindacati
Pubblicato il 1 Maggio 2015 12:32 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:17
I sindacati a Foligno il Primo maggio 2015
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