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Foligno, a rischio l’approvazione del bilancio 2015

Pubblicato il 15 Luglio 2015 17:16 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:34

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Dopo la presa di posizione dei tre consiglieri della sinistra Pd, si prospetta un consiglio comunale infuocato. Tra meno di 24 ore, infatti, in aula approderà il bilancio di previsione 2015, che rischia però di non essere approvato. Sì perché, a quanto pare, non è poi così scontato che arrivi l’ok da parte della massima assise cittadina. Tante le variabili in gioco, che potrebbero rendere tortuoso il percorso intrapreso dalla giunta Mismetti. Per  essere approvata, infatti, la proposta di bilancio dovrà ricevere almeno 13 voti favorevoli. Così, nel caso in cui dovessero venire meno quelli di Elio Graziosi, Michela Matarazzi e Lorella Trombettoni, firmatari del documento contenente un emendamento in cinque punti al bilancio, la maggioranza (togliendo quindi i tre consiglieri) riuscirebbe ad avere la meglio sul filo del rasoio solo se tutta presente e compatta in aula. In dubbio però rimane la posizione del neo consigliere comunale Lorenzo Schiarea – subentrato al piddino Luca Foglietta dopo il riconteggio delle schede chiesto dal Movimento per Foligno – che potrebbe essere quindi l’ago della bilancia. Molto, inoltre, potrebbe anche dipendere dalla mancanza del numero legale o da eventuali assenze. Tuttavia, se il bilancio non dovesse essere approvato in prima battuta, c’è tempo fino al prossimo 31 luglio. E nel caso in cui anche in questa occasione l’approvazione dovesse sfumare, c’è la possibilità di chiedere una proroga di 20 giorni. Secondo quanto trapela, tuttavia, il Pd starebbe tentando il tutto per tutto per ricompattare le proprie fila. Le voci sono quelle di un incontro della maggioranza a poche ore dalla discussione in aula. Intanto Impegno Civile esprime la propria soddisfazione nel constatare che i tre consiglieri della sinistra Pd si siano resi conto di come “il ‘sistema Foligno’ non sia più tollerabile – afferma Stefania Filipponi – e vada definitivamente smantellato”. Ma non solo. “Si potrebbe chiedere a coloro che oggi sollecitano un radicale cambiamento – conclude Filipponi – perché nel passato si sono limitati a votare silenti e obbedienti senza contrastare l’inerzia dell’amministrazione”.

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