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Caso Lucentini, sopralluogo di parte nel cortile della caserma di Foligno

Pubblicato il 10 Agosto 2015 17:26 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:21

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Un sopralluogo durato circa un paio d’ore per cercare di ricreare la scena di quel tragico 16 maggio, giorno in cui si verificò l’episodio che costò la vita all’appuntato scelto Emanuele Lucentini. E’ quanto avvenuto lunedì mattina, all’interno della caserma dei carabinieri di Foligno, su richiesta dei legali di parte della famiglia del militare ucciso da un colpo di pistola sparato dal collega Emanuele Armeni. Gli avvocati Maria Antonietta Belluccini e Giuseppe Berellini, quindi, insieme al medico legale Sergio Scalise Pantuso e al perito balistico Martino Farneti, si sono recati sul posto per ricostruire la scena e per cercare di capire se la traiettoria del colpo partito dall’M12 S2 imbracciata da Armeni potesse essere congruente con quanto dichiarato dal 37enne. Armeni da quel tragico giorno ha sempre sostenuto l’accidentalità dell’evento. Tre sono state le vetture utilizzate per ricostruire la scena: un’auto dei carabinieri, la macchina di Lucentini, messa a disposizione dalla moglie, e infine quella di un collega. “Chiaramente c’è un’indagine in corso – dichiara l’avvocato della famiglia Lucentini, Maria Antonietta Belluccini – ma abbiamo voluto vedere se quanto dichiarato da Armeni potesse essere congruente. E dall’idea che ci siamo fatti – continua – abbiamo visto che questa coincidenza non c’è, anzi. La traiettoria del proiettile – aggiunge – è infatti quasi orizzontale. Sicuramente – conclude l’avvocato – ora faremo una nostra relazione, che poi depositeremo”. A questo punto, oltre alla perizia del balista nominato dalla procura della Repubblica di Spoleto e a quella di parte dei periti di Armeni – che si basa sull’accidentalità del fatto, ma che per il momento non è bastata per far uscire il carabiniere dal carcere -, verranno depositate anche le rimostranze del perito nominato dalla famiglia dell’appuntato scelto Emanuele Lucentini.

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