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Piana di Cannara, presentato un nuovo progetto di irrigazione

Pubblicato il 24 Novembre 2015 14:12 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:22

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Un progetto per l’irrigazione della piana di Cannara. È quello presentato nei giorni scorsi all’auditorium di San Sebastiano nel comune umbro dall’amministrazione Gareggia e dal Consorzio di bonificazione umbra. Il piano prende le parti da una precedente ipotesi progettuale datata 1987. Nel dettaglio si prevede la realizzazione di circa 250 ettari complessivi, di cui 186 nel Comune di Cannara, che andranno ad adeguare e ristrutturare il vecchio impianto irriguo, alimentato con alcuni pozzi presenti in località Pantani. Pozzi che non potranno essere più utilizzati per questioni di carattere tecnico ed economico. Il prelievo di acqua da quelle cisterne, infatti, comporta ingenti spese di energia elettrica che si ripercuotono poi sulle tariffe irrigue, rendendo di fatto antieconomiche molte colture. In futuro, quindi, l’impianto verrà alimentato dalla diga realizzata sul fiume Chiascio, in località Casanova, le cui condotte principali sono già in fase di posizionamento. Si verrà a creare così una riserva idrica accumulata in una vasca di compenso e da lì distribuita negli impianti di irrigazione che il Consorzio ha progettato. “Il progetto – ha detto al riguardo il presidente del Consorzio di bonificazione umbra, Giuliano Nalli – comporterà un duplice vantaggio: economico perché non servirà più l’energia elettrica per sollevare l’acqua in quota, ed ambientale perché non verranno impoveriti i corsi d’acqua ma si utilizzeranno le risorse idriche stoccate nell’invaso”. “Il costo dell’opera – ha aggiunto il direttore del Consorzio, Candia Marcucci – è di circa 1 milione e 600mila euro. Soldi – ha spiegato – che potrebbero essere reperiti nell’ambito dei Piani di sviluppo rurale di prossima programmazione. Grazie a queste realizzazioni – ha quindi concluso Candia Marcucci – si potrebbe investire nell’agricoltura di pregio a scarso impatto ambientale e con prodotti tipici che consentono un discreto ritorno economico”.

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