La città si muove, compatta, a difesa della suo ospedale. Ognuno a suo modo e, in qualche modo, operatori sanitari compresi. Sì, perché se è vero che l’assenso, e la condivisione degli intenti, da parte dell’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, di attivare un tavolo intorno al quale far ragionare, tra gli altri, il sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, quello di Foligno, Nando Mismetti, su come operare per far si che gli ospedali delle rispettive città possano ragionare su quella tanto agognata “integrazione” tra le competenze sanitarie, a far alzare la soglia di attenzione su una situazione che, inutile negarlo, a Spoleto, preoccupa più che altro chi di quelle competenze ne potrebbe usufruire, è stata la volontà espressa da 8 anestesisti del San Matteo degli Infermi, sui 12 in totale in forza al nosocomio spoletino, di voler essere trasferiti ad altra sede. Forse una provocazione bella e buona, come ha sostenuto anche il direttore sanitario del nosocomio spoletino, Luca Sapori, per lamentare qualcosa di non ancora ben definito. Tanto che, da lunedì scorso, si sono succeduti una serie di eventi che hanno in qualche modo accelerato il percorso di avvicinamento a quel tavolo che, a quanto pare, potrebbe essere di fondamentale importanza anche in vista del nuovo Piano sanitario regionale. Sì, perché dopo la riunione della IV Commissione proprio di lunedì scorso, nel corso della quale si è parlato anche della “vicenda anestesisti”, si sono gettate le basi per la redazione di quel documento che l’amministrazione comunale di Spoleto vuole mettere su quel tavolo di concertazione. Riunione a cui è seguita, giovedì, quella indetta dal City Forum e a cui ha partecipato anche il direttore Sapori, e il giorno dopo il “viaggio” del Tribunale per i Diritti del Malato in quel di Perugia proprio nell’ufficio dell’assessore regionale Barberini, a cui i rappresentanti del Tdm hanno presentato un documento. Anche se non finirà qui, perché proprio lunedì 25 gennaio, in Comune a Spoleto, la IV Commissione consiliare della presidente Marina Morelli, si riunirà ancora per mettere a punto quel famoso documento da mettere sul tavolo per la concertazione con l’amministrazione folignate. Ma andiamo con ordine. Se è vero che la commissione di lunedì scorso è stata piuttosto animata perché, i consiglieri di minoranza, hanno palesato la volontà di poter dare anche loro un contributo al documento letto dalla presidente, a confermare i due dati confortanti usciti da quella stessa riunione, e comunicati dalla vice sindaco Maria Elena Bececco, sono stati poi confermati giovedì sera alla sede dell’Avis dove il City Forum si è riunito, per voce del direttore sanitario del presidio ospedaliero di Spoleto, Luca Sapori. Il tutto, supportato dai numeri. “I ricoveri nel 2015 sono stati 1662, mentre nel 2014 erano stati 1563 – ha spiegato Sapori – mentre gli interventi dai 1033 del 2014 sono passati ai 1115 del 2015”. Un centinaio in più, insomma, nel primo caso e una ottantina nel secondo. Ma questo aumento non “inganni”, perché di problematiche, l’ospedale di Spoleto, ce ne sono diverse all’orizzonte. E in primo luogo per quel settore che ha fatto della città del Festival un punto di eccellenza regionale, almeno fino a qualche anno fa: la robotica. Sì, perché se è vero che la nomina al dottor Alberto Patriti come responsabile del servizio dipartimentale di robotica è arrivata qualche giorno fa, dopo una attesa lunga un anno, è altrettanto vero la ditta che produce quella tipologia di robot, da ottobre 2016, non lo produrrà più. E ciò metterà a rischio la normale manutenzione di cui certe tipologie di macchinari chirurgici necessitano costantemente. Sul tema del trasferimento di massa chiesto dagli anestesisti, il direttore Sapori, ha detto ai presenti che è stata una palese “protesta – ha detto – ma la sede deputata per parlare di queste cose è il dipartimento. Sono già partire le lettere di convocazione e a breve ci vedremo. E lì, coloro che hanno fatto questa provocazione, perché tale è, diranno cosa c’è che non va”. Come a dire che i “ribelli” della sanità spoletina “c’hanno ragione sul merito e non nel merito”, come ha riassunto Sergio Grifoni, coordinatore del City Forum di Spoleto. E il Punto nascita? “A oggi non c’è alcuna direttiva in merito, e al momento siamo in accreditamento funzionale e formale – sono state le parole di Luca Sapori – certo, ci sono punti nascita di prima e di seconda categoria, e i primi, di cui fa parte Spoleto, devono garantire dai 500 ai 1000 parti”. E se non è rischio questo, seppur non imminente, cos’altro lo è? Anche se, a dirla tutta, le rassicurazioni che il punto nascita a Spoleto resta, sono arrivate dalla governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini. Sempre che il San Matteo degli Infermi resti comunque un presidio di Emergenza Urgenza, ovviamente. Ultimo evento, solo in ordine di tempo, è invece la visita che il Tribunale per i diritti del malato ha fatto all’assessore Barberini venerdì scorso. “Nel corso dell’incontro, protrattosi per oltre un’ora – ha sapere, con una nota, il Tdm – abbiamo presentato un nostro documento, che è stato elaborato negli ultimi mesi, con una serie di proposte sulla possibile integrazione fra i poli di Foligno e di Spoleto. Questo anche in previsione dell’auspicato tavolo di confronto, fra il sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, e quello di Foligno, Nando Mismetti, per definire al meglio i ruoli dei due ospedali nel contesto aziendale”. Stando alle parole del Tdm, il colloquio è stato “franco e costruttivo – prosegue la nota – e abbiamo riscontrato, nel confronto con l’assessore, che si è rivelato un interlocutore attento e disponibile, con significative ed importanti sintonie con alcuni punti espressi nel documento”. E lunedì, sarà ancora una volta compito della commissione consiliare a trattare il tema.
Sanità, a Spoleto una settimana di grande lavoro per il futuro
Pubblicato il 23 Gennaio 2016 16:56 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:44
Il San Matteo degli Infermi di Spoleto
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