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Hackathon, da Foligno le app che cambiano il mondo

Pubblicato il 9 Luglio 2016 11:25 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:52

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Combattere la dipendenza da videogames o l’isolamento in cui vivono i detenuti, creando un ponte con il mondo esterno. O ancora garantire una maggiore trasparenza dell’attività politica e affinare la ricerca nei casi di persone scomparse o finite sotto le macerie a seguito di tragici eventi. Sono i fronti su cui si potrebbero impiegare alcune delle soluzioni digitali no-profit proposte dai programmatori e dagli sviluppatori arrivati a Foligno per il “Social Hackathon Umbria 2016”. SOCIAL HACKATHON – A lavoro una cinquantina di trentenni, provenienti da tutta Italia ed anche da diversi Paesi Europei, che hanno deciso di accettare la sfida lanciata dal Centro Studi “Città di Foligno”, ossia quella lavorare a progetti digitali che abbiano una fattiva applicazione nel sociale. A disposizione sessanta ore di tempo e un intero piano dello stabile di via Oberdan, dove ragazzi e ragazze con storie e competenze diverse si sono incontrati e confrontati, creando sei gruppi di lavoro che si sono dati da fare ininterrottamente giorno e notte, contando solo sulle loro forze e capacità. Già, perché come spiegato dal direttore del Centro studi folignate, Mario Margasini, i diversi team hanno lavorato praticamente isolati dal mondo. Per favorire lo sviluppo di idee originali infatti, che rispondessero cioè al tema proposto dall’Ente di via Oberdan, non hanno potuto attingere dal mondo virtuale. Reti chiuse e niente wi-fi per loro dunque, ma solo computer su cui riversare la loro creatività e la loro esperienza per creare soluzioni digitali che, domenica mattina, verranno valutate da un’attenta giuria che decreterà il vincitore. FOLIGNO FA SCUOLA – Questo quindi il fulcro del “Social Hackathon Umbria 2016”, evento “made in Foligno” ma a cui altre realtà italiane guardano già con interesse. È il caso di Ferrara, con l’amministrazione comunale che nei giorni scorsi ha mandato in spedizione, nella città della Quintana, una piccola delegazione incaricata di carpirne i segreti per poi riproporre l’iniziativa a casa propria. “Ci hanno contattato il giorno di apertura del ‘Social Hackaton’ – racconta Mario Margasini – e dopo averci espresso il loro interesse sono arrivati a Foligno per seguire da vicino l’evento”. E quello che si sono trovati di fronte è stata una cinque giorni di laboratori tra il digitale e sociale, andati letteralmente sold out e che hanno coinvolto I target più disparati: dai giovanissimi agli adulti e senza dimenticare i bambini, ai quali sono stati insegnati i primi rudimenti della programmazione. QUINTANA 3D – Ma questa cinque giorni passerà alla storia anche per un altro motivo – o almeno così si spera – perché, proprio in occasione del “Social Hackathon Umbria 2016”, si sono poste le basi per il museater della Giostra della Quintana. “Si tratta di un museo teatro – spiega Margasini – che permetterà al visitatore di interagire, attraverso smartphone e tablet, con tutta una serie di installazioni, scoprendo così in maniera del tutto innovativa e digitale il mondo della Quintana. Il prossimo mese di settembre, in occasione del Settantennale – annuncia Mario Margasini – presenteremo il promo e se avremo l’ok dei diretti interessati andremo avanti con il progetto, scomponendolo in moduli e dandoci dei tempi di realizzazione. È un percorso sperimentale che non esiste in Italia – conclude il direttore del Centro studi – e che ci vedrà protagonisti insieme all’Ente Giostra e ai rioni, alle istituzioni locali e regionali, grazie anche al contributo degli Stati generali dell’innovazione”.  

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