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Commissariamento batte pd di Spoleto: 30 dimissioni

Pubblicato il 23 Luglio 2016 13:39 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:44

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Dimissioni di massa in casa del partito democratico di Spoleto. “Un segnale politico forte – si legge in una nota – che punta a procedere immediatamente alla convocazione di un congresso straordinario chiamando tutti gli iscritti ad esprimersi sulla nuova dirigenza da dare al Pd di Spoleto”. Nell’annuncio i dem informano che “trenta membri dell’Assemblea dell’Unione comunale del Pd di Spoleto su 52, ed i coordinatori dei Circoli del Pd, Spoleto Centro, Alta Marroggia e Passo Parenzi hanno rassegnato le proprie dimissioni dalle rispettive cariche – è scritto testualmente – una decisione sofferta, che si è tentato di evitare fino all’ultimo, cercando di trovare un accordo unitario per il rinnovo degli organi dirigenziali ed il superamento del periodo di commissariamento in essere dallo scorso mese di novembre. Nonostante la disponibilità e la buona volontà dei sottoscrittori, ciò non è stato possibile”. E questa è solo la premessa. Sì, perché la nota prosegue spiegando le motivazioni che hanno indotto i trenta membri e i coordinatori dei circoli a rassegnare le dimissioni, evidenziando, se ce ne fosse stato bisogno, le “guerre intestine” che vigono ormai da tempo all’interno del Partito democratico di Spoleto, e alle quali nemmeno il commissario straordinario Antonini, a quanto pare, è riuscito a mettere fine. Tra le cause evidenziate l’incapacità da parte del partito di indirizzare la propria azione verso soluzioni favorevoli alla sua comunità su temi cruciali come: ripresa economica, occupazione, politiche in sinergia con i territori limitrofi, trasporti, servizi sociali e sanità. Vi è poi la necessità di poter contare su un partito capace e indipendente, portatore di nuove e rinnovate forze da mettere a disposizione della comunità, che faccia tesoro dell’esperienza di tante persone che a causa di “selvagge” dinamiche interne non sono state valorizzate e poste ai margini. Altra motivazione sottolineata, la necessità di rinnovarsi nei metodi e nell’impostazione, prendendo atto che chi ha guidato il partito prima del commissariamento ha fallito, sia dal punto di vista politico, che gestionale, portando le casse del partito ad un incomprensibile deficit. Il partito ha bisogno, infine, di essere guidato da chi rappresenta realmente l’attuale base sociale e non da chi è portatore di consensi del passato, attualmente ridimensionati nel numero e nella condivisione. “Il commissario stesso, anche attraverso una recente intervista, ha dichiarato a parole di essere favorevole al rinnovamento della classe dirigente entro luglio – conclude la nota – nei fatti però nulla sta accadendo e proprio coloro che sarebbero chiamati a fare un passo indietro per favorire tale processo di rinnovamento, pongono costantemente ostacoli e veti, soprattutto appellandosi a pretestuose interpretazioni statutarie. Le dimissioni rimangono quindi l’unica soluzione per far uscire il Pd spoletino dall’attuale impasse e vogliono essere un atto di responsabilità verso gli iscritti e verso la città”.

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