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Folignate eroe salva la vita di un uomo preso a coltellate sul traghetto

Pubblicato il 7 Agosto 2016 08:43 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:38

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Ogni volta che si intraprende un viaggio si vive un’esperienza di vita. Può dirlo forte Ado Alili, classe 91, nato a Foligno ma con origini macedoni che qualche giorno fa ha vissuto un’esperienza che difficilmente potrà dimenticare. È il 2 agosto e parte da Ancona, a bordo del traghetto della compagnia Adria Ferries, per recarsi a Durazzo dove alcuni suoi parenti lo attendono per accompagnarlo poi in Macedonia. Come capita spesso, soprattutto a chi viaggia da solo, fa la conoscenza di altre persone. “Tra le tante domande – racconta – mi viene chiesto cosa faccio nella vita. Studio medicina, rispondo”. Ado frequenta il quarto anno all’università di Perugia. Un percorso di studi impegnativo che anticipa, solo in parte, l’enorme impegno e passione che necessita il mestiere del medico. Durante la notte accade qualcosa. È appena giorno quando il folignate viene svegliato da una delle persone con cui si era intrattenuto durante la serata: “C’è bisogno di un medico”, queste le parole con cui il giovane studente viene riportato in veglia. “Mi reco dal personale di bordo dicendo che sono solo uno studente di medicina, vengo portato in una cabina e davanti a me un membro dell’equipaggio – un montenegrino di 28 anni – è gravemente ferito”. Il tutto avviene velocemente, si comunica perlopiù in inglese, mezzo italiano e mezzo montenegrino (che è simile al macedone). “Perdeva tantissimo sangue – continua a raccontare Ado – era stato accoltellato alla schiena, il taglio profondo fra la scapola sinistra e le vertebre gli aveva provocato la perdita di sensibilità alla parte sinistra del corpo”. “Inizio a tamponare – prosegue – una volta bloccata l’emorragia vado dal capitano e consiglio di chiamare subito i soccorsi”. Sul traghetto nessuno ha le competenze necessarie per affrontare un’emergenza del genere. Non c’è personale medico, per quanto possa sembrare strano non è infatti obbligatorio per i viaggi inferiori alle 24 ore. Non trovandosi già più in territorio italiano i soccorsi dalla Penisola non possono intervenire, ma anche le autorità croate sono impossibilitate a dare il loro apporto. “Ho passato tutto il resto della mattinata a controllare costantemente i valori vitali del ragazzo e a fargli bere liquidi – dichiara lo studente – l’unica cosa che si poteva fare era tentare di mantenere le sue condizioni il più stabili possibile”. Una situazione delicata che il 25enne ha cercato di gestire nel modo migliore. Un sostegno determinante il suo, senza il quale con molte probabilità le condizioni del montenegrino, una volta arrivati a destinazione, sarebbero state ben più gravi. “Il 28enne è stato operato urgentemente per cercare di salvare i tessuti danneggiati dalla coltellata – racconta Ado a qualche giorno dall’accaduto – le autorità hanno bloccato tutte le uscite del traghetto per individuare l’aggressore che a quanto pare portava con sé diverse armi”. Un’esperienza che sicuramente il giovane studente di medicina non troverà scritta in nessun libro e che lo ha messo di fronte ai pericoli e all’urgenza che eventi come questi portano con sé, con netto anticipo rispetto ai tempi previsti. “I capitani mi hanno ringraziato ripetutamente – conclude così il suo racconto Ado – questo mestiere è una passione che implica dei doveri a cui non puoi sottrarti e per me è stato un piacere poter essere utile”.

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