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Sant’Anna di Stazzema, Franquillo: “Tutelare la democrazia”

Pubblicato il 12 Agosto 2016 13:34 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:35

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“La parola guerra non è sufficiente a spiegare la barbara atrocità successa a Sant’Anna di Stazzema”. È con queste parole che l’assessore folignate Maura Franquillo è intervenuta, venerdì mattina, alla commemorazione che si è tenuta nella cittadina toscana a 72 anni dalla strage. “Cinquecentosessanta persone non solo sono state uccise – ha sottolineato l’assessore Franquillo – ma anche bruciate subito dopo. Penso – ha quindi concluso – che abbiamo tutti il dovere di tutelare la nostra democrazia e la nostra libertà affinché non ci sia più un evento così barbaro”. A Sant’Anna di Stazzema, che si trova in provincia di Lucca, vennero uccisi dai nazisti anche i componenti della famiglia Tucci, di origine folignate. La strage fu compiuta il 12 agosto 1944 da un reparto di soldati nazisti ai danni di residenti e sfollati. Tra questi, anche la moglie e gli otto figli del capitano di marina Antonio Tucci, originario di Foligno. Il massacro fu compiuto nella piazza, nelle case e nelle stalle del paese: vennero trucidati anziani, donne, ragazzi e bambini, tra cui la neonata Maria Tucci, di soli 3 mesi. Insieme a lei, nella piazza di Stazzema, la mamma Bianca di 39 anni, i fratelli Eros di 13 e Feliciano di 10 e le sorelle Anna Maria di 16 anni, Luciana di 15, Grazia di 8, Franca di 5 e Carla di 3. La famiglia Tucci, trasferitasi a La Spezia per stare lontana dagli eventi bellici, si era rifugiata poi a Sant’Anna di Stazzema, dove aveva preso alloggio in una stanzetta della parrocchia, davanti alla piazza dove poi fu sterminata. A salvarsi fu solo il capo famiglia, Antonio Tucci, lontano da casa. Morì nel 1953 ed ora riposa nel cimitero di Foligno, mentre la sua famiglia si trova nel sacrario di Col Cava, a Sant’Anna di Stazzema.

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