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Spoleto, scoppia il caso San Carlo. Il vicesindaco: “Ci stiamo già impegnando”

Pubblicato il 13 Agosto 2016 09:47 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:35

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E’ un botta e risposta che sicuramente infiamma questo agosto spoletino. Ed è quello che si è scatenato in questi giorni tra l’assessore alla sanità, nonché vicesindaco del Comune di Spoleto, Maria Elena Bececco, e alcuni dei componenti della IV Commissione consiliare. Il tema? Forse il più ricorrente in questo periodo: la sanità. I 6 consiglieri che qualche giorno fa hanno fatto visita al Distretto sanitario di San Carlo, ed esattamente coloro che rappresentano nella commissione competente il Pd e il Gruppo Misto, proprio in queste ore ribattono colpo su colpo alle dichiarazioni della vice sindaco Bececco, arrivate all’indomani del resoconto fatto dai consiglieri stessi dopo la visita effettuata al San Carlo. “In una calda giornata d’agosto, 6 consiglieri comunali di Pd e Gruppo Misto si riuniscono per scoprire l’acqua che ovviamente date le temperature non può essere che calda – dice la vice sindaco – e così se ne vanno in giro facendosi chiamare IV Commissione consigliare (senza averne titolo) dimenticandosi di fatto che la commissione è ben altra cosa visto che la stessa non può essere convocata (con relativa spesa di circa 400 euro per i gettoni di presenza) per effettuare sopralluoghi o avviare discussioni generiche non legate a proposte di deliberazione da discutere poi in consiglio comunale ed inoltre non convocano nemmeno tutti i commissari”.  E pronta arriva la risposta della presidente della commissione stessa, Marina Morelli, e di chi con lei quel sopralluogo lo ha fatto, ovvero Aliero Dominici e Francesco Saidi del Gruppo Misto (così come la Morelli, e Carla Erbaioli, Paolo Martellini e Laura Zampa (Pd). “Senza alcun riguardo e rispetto istituzionale (quello umano capiamo che può  essere un optional) – è la risposta dei 6 consiglieri che tengono a puntualizzare di aver fatto quella visita al Distretto in maniera volontaria e gratuita – ci accusa ironicamente di aver scoperto l’acqua calda,  nell’aver evidenziato alcune problematiche nel comparto socio-assistenziale, a  seguito del nostro volontario sopralluogo nella struttura di San Carlo ed il  nostro colloquio con la responsabile di settore”. Spiegando poi, ribattendo punto su punto alle “accuse” della vice sindaco che “Il consigliere comunale, nella sua veste istituzionale e rappresentativa,  lo è sempre, anche al di fuori di momenti non ufficialmente organizzati – scrivono – ogni commissione comunale può, se lo ritiene necessario, effettuare sopralluoghi, anche fuori Comune, cosa più volte avvenuta nel passato recente  e remoto”. Il tutto, specificando che “il sopralluogo, come ben chiarito a priori ed a posteriori,  è avvenuto in forma assolutamente gratuita e non ufficiale, senza cioè  pesare economicamente sull’Ente Comune – prosegue la nota – proprio per la spontaneità  e la non ufficialità con la quale è stato  promosso, i consiglieri interessati non erano assolutamente tenuti ad avvertire  tutti i membri della commissione, anche perché  i colleghi mancanti, di maggioranza che,  tenuto conto della posizione dell’assessore anche se invitati,  probabilmente avrebbero fatto mancare la loro presenza. Ciò dimostra la inadeguatezza  dell’assessore a ricoprire tale ruolo – conclude – oltretutto con  deleghe di primaria importanza”. Parole pesanti, non c’è che dire. Ma che fanno sicuramente il “paio” alle altrettanto pesanti formulate dall’assessore Bececco. “Per fortuna dichiarano di avere un approccio ‘diverso’ rispetto ad altri – aveva detto la vice sindaco nella sua nota – escludendo di fatto l’amministrazione da questo modo improvvisato e strumentale di affrontare alcune problematiche che riguardano la nostra città ed i suoi abitanti. Dopo un giro di mezza mattinata al Consultorio, fanno un elenco di una serie di problemi che avrebbero potuto stilare comodamente seduti a casa propria e peggio che mai dichiarano di aver trovato soluzioni ai problemi esistenti quando in realtà sono semplicemente venuti a conoscenza di soluzioni delle quali amministrazione comunale, Usl2 e Istituzione Cesare e Mina Micheli stanno discutendo da tempo (e non una mattinata!) cercando di trovare il giusto modo per poterle mettere in atto”. Entrando nel merito del Consultorio poi, nodo centrale, in realtà, della diatriba, la vice sindaco aveva ribattuto al resoconto della IV Commissione che “il Consultorio familiare, servizio nato per rispondere ai bisogni non solo della donna ma anche della famiglia, della coppia, dell’infanzia e dell’adolescenza e al quale vengono assegnati compiti sempre più incisivi in materia di prevenzione, di sostegno alla genitorialità, di mediazione familiare – dice – è un servizio centrale e di grande valore specialmente in questo momento storico. Questo servizio così importante per la città di Spoleto nel quale lavora personale altamente qualificato, professionale, disponibile e pronto a mettersi in gioco offrendo servizi e progetti innovativi che coinvolgono tutta la città, scuole comprese, è stato recentemente spostato nella bellissima struttura del San Carlo, ma effettivamente gli spazi destinati risultano essere sottodimensionati per le attività e l’afflusso di utenti e proprio in questa direzione di possibile miglioramento va l’impegno dell’amministrazione in collaborazione con la Usl2 e l’Istituzione Cesare e Mina Micheli da sempre impegnata nel sostegno dei minori e delle famiglie”.

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