Dopo Foligno, anche Trevi difende la scelta di realizzare un biodigestore anaerobico a Casone. E lo fa con una nota firmata dal sindaco Bernardino Sperandio, che prende la parola per rispondere a quanti hanno sollevato polemiche nelle passate settimane. Il riferimento è principalmente ai comitati ed alle forze politiche che recentemente sono intervenuti sulle criticità che questo progetto porta con sé e sulla scarsa comunicazione che lo ha accompagnato. Ed è proprio da questo ultimo punto che parte il primo cittadino trevano. “Vorrei precisare – dichiara infatti – che il Comune di Trevi, nell’ambito delle comunicazioni del sindaco, durante le sedute della massima assise cittadina ha sempre aggiornato consiglieri e la cittadinanza sull’evoluzione del progetto del biodigestore”. Il sindaco Sperandio cita poi le varie assemblee frazionali sul bilancio 2016, come occasioni di incontro e confronto e tutti i documenti di programmazione dell’Ati3 e della Vus per la realizzazione dell’impianto di selezione e compostaggio. Per l’amministrazione trevana, quello del biodigestore, è un intervento da portare a termine “nel più breve tempo possibile, così da adeguare gli attuali impianti tecnologicamente vetusti e obsoleti – si legge nella nota diramata – e dare strumenti concreti volti ad ottenere una drastica riduzione dei rifiuti e una conseguente diminuzione dei costi di gestione dell’immondizia”. Ed è proprio sull’onda della bontà di questa idea che il Comune di Trevi si dice nuovamente pronto a chiarire dubbi e perplessità dei cittadini attraverso la promozione di assemblee pubbliche”. Trevi, lo ricordiamo, è attualmente l’unico comune umbro con la certificazione ambientale Emas. “L’amministrazione di questa città – dchiara al riguardo Bernardino Sperandio – è particolarmente sensibile a tali tematiche essendo da anni impegnata sul fronte dell’aumento della percentuale di raccolta differenziata, della lotta all’abbandono di rifiuti, del risparmio energetico e della salubrità dell’ambiente”. Nel borgo trevano, oggi, la differenziata si assesta sul 68,5 per cento, ma per il primo cittadino c’è ancora molto da fare, a cominciare dall’introduzione della tariffa puntuale. Tornando al biodigestore, il sindaco di Trevi sottolinea come sia l’ubicazione del sito con l’attuale attività che vi si svolge, sia l’affidabilità delle nuove tecnologie impiegate possono garantire una relativa tranquillità. E chiude citando, al riguardo, l’esempio di Parma. “Credo di aver ben ponderato benefici e costi di questa scelta, fatta con assoluta serietà dall’amministrazione che rappresento e da tanti altri Comuni limitrofi”.
Anche Trevi dice sì al biodigestore di Casone. Sperandio: “Parma un esempio”
Pubblicato il 6 Settembre 2016 14:22 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:23
Bernardino Sperandio
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