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Foligno saluta un pezzo di storia: dopo 70 anni chiude Marbulli

Pubblicato il 7 Settembre 2016 15:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:22

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Cala giù la saracinesca una delle attività storiche di Foligno dopo aver fatto da sottofondo ai vari eventi che si sono susseguiti per ben 70 anni. La musica è proprio la cornice azzeccata dato che stiamo parlando di Musical Marbulli, l’esercizio commerciale che ha accompagnato generazioni intere di amanti del mondo musicale. Abbiamo incontrato Francesco Marbulli, attuale proprietario dell’attività che, secondo quanto confermatoci dallo stesso, dovrebbe chiudere definitivamente il prossimo 30 novembre. Un punto di riferimento per la città dal 1946 quando, dopo la guerra, la famiglia di Francesco aprì le porte del piccolo negozio dove inizialmente venivano venduti elettrodomestici per la casa per poi, con l’avvento dei 45 giri, affinare la proposta del prodotto e trasformarsi nella casa della musica. “Quando avevo 22-23 anni cominciai anche io a lavorare con i miei – racconta Francesco Marbulli – mio padre all’epoca aveva anche un laboratorio di riparazioni ed io cominciai a sfruttare quei locali come saletta ascolto per vendere l’alta fedeltà”. Un campo sensibile al tempo, alla tecnologia, ai mutamenti che ha dovuto cambiar pelle più e più volte nel corso di questi 70 anni di vita. “Oggi sta tornando in auge l’lp che era sparito dalla circolazione – continua – ad aver realmente distrutto la vendita al dettaglio della musica però è stato internet che ha consegnato il mercato discografico alla pirateria, costringendo i negozi a chiudere”. Musical Marbulli ha vissuto il bello e il brutto di questi ultimi 70 anni reggendo ai vari impedimenti naturali e alterazioni tecnologiche, cavalcando anche l’ondata di crisi degli ultimi anni. “Il nostro locale è sempre stato ubicato a corso Cavour – ricorda Marbulli – dopo il terremoto abbiamo dovuto delocalizzare l’attività, inoltre abbiamo notato che i clienti preferivano una location in cui poter parcheggiare la macchina”. A mutare paradossalmente, nonostante la facilità, gratuità e immediatezza odierna offerta da internet, è stata anche la cultura musicale. “I giovani non hanno un’educazione musicale, colpa anche della scuola e delle famiglie che non offrono opportunità di approfondimento – spiega – ascoltano quei quattro gruppetti che passano in radio. La musica invece va scoperta e studiata”. E guardando indietro nel tempo sono tanti gli aneddoti che Francesco Marbulli conserva, come quella volta in cui uscì il 45 giri della canzone “Una lacrima sul viso” di Bobby Solo. “Io all’epoca ero piccolo – racconta – ma ricordo che mia madre e mio padre si misero in macchina e andarono su a Milano, alla casa discografica, per prendere delle copie. Arrivati a destinazione li fecero entrare dall’ingresso posteriore perché c’era tantissima gente in fila per comprarlo. L’agente disse ai miei genitori che non avrebbe potuto dargli molte copie, ma mio padre riuscì a tornare a casa con 1000 dischi. Il giorno che partirono le vendite ci contattarono diversi rivenditori da Roma, dalla Sardegna e dalla Sicilia. Non essendo riusciti ad avere grossi quantitativi dalla casa discografica avevano deciso di rivolgersi a noi. È stato un episodio strano, successo una volta sola, ma che dimostra come il mercato musicale a quell’epoca fosse florido. Quelle mille copie – conclude – durarono molto poco in negozio. C’era la fila fuori dal negozio per comprare quel disco”. 

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