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Enel, il Mise ferma la dismissione della centrale di Bastardo

Pubblicato il 23 Gennaio 2017 14:05 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:16

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Un po’ per l’emergenza freddo, un po’ per il cambiamento del contesto energetico francese, il ministero dello Sviluppo economico sta valutando la possibilità di richiedere il rinvio della chiusura di tre centrali. Si tratta, nel dettaglio, dell’impianto a gas di Chivasso in Piemonte e delle due strutture Enel di Genova e di Bastardo, a Gualdo Cattaneo, in Umbria. Impianti che, come nel caso di Bastardo, erano già fuori produzione e per i quali era già stato avviato l’iter per la dismissione. Se non fosse che, dopo un colloquio tra lo stesso Ministero e Terna – che gestisce la rete di trasmissione nazionale – si è deciso di temporeggiare, in attesa di capire l’evolversi del quadro energetico nazionale ed europeo. La posizione di Enel, comunque – come dichiarato dallo stesso gruppo anche a Quotidiano Energia – è quella di proseguire con la dismissione delle due centrali, entrambe già inserite – tra l’altro – nel progetto Futur-E, che prevede il recuperi industriale di siti che hanno, per così dire, esaurito il loro ciclo di vita. Ad ogni modo, lo stop del Mise e la necessità di tenere gli impianti “in caldo”, pronti cioè ad un possibile ritorno in servizio se necessario, ha spinto Enel a richiamare nella centrale “Pietro Vannucci” di Bastardo cinque delle quindici unità che, a fine 2016, erano state ricollocate in altri rami dell’azienda. Modus operandi, questo, che non ha però trovato d’accordo le sigle sindacali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil. In una lettere aperta unitaria, infatti, le tre organizzazioni spiegano come si sia giunti “anzitempo alla smobilitazione dell’organico della centrale, peraltro – sottolineano – già ridotto al minimo tecnico” e di come, oggi, “l’unica via perseguibile, per fronteggiare adeguatamente la questione, sia quella di ricostituire l’intero organico di Bastardo, favorendo il rientro su base volontaria e evitando, così, il ricorso a professionalità esterne alla centrale”. Dai sindacati, poi, la richiesta di capire quali potrebbero essere anche i termini per il futuro della centrale. Intanto – secondo quanto dichiarato dalle organizzazioni sindacali – sono stati avviati contatti costanti e continui con Enel e con il coinvolgimento anche delle rsu per monitorare l’andamento della situazione. Anche perché le tre sigle sindacali si dicono pronte ad attuare “ogni misura necessaria per tutelare il personale” ed “a denunciare qualsiasi situazione che non dovesse rispondere in modo pieno e assoluto alle leggi vigenti in materia di lavoro, agli accordi contrattuali e alle normative in materia di ambiente, sicurezza e salute dei lavoratori”.  

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