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Foligno, più di 3500 i sopralluoghi per il sisma. Sessantasei famiglie ancora fuori casa

Pubblicato il 7 Febbraio 2017 17:02 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:09

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Dallo scorso 24 agosto, giorno in cui l’Umbria è ripiombata nell’inferno del terremoto, la città di Foligno, nonostante non abbia subito considerevoli danni, non ha mai smesso di essere operosa. Ad oltre cinque mesi di distanza da quel primo evento sismico, a cui se ne sono succeduti tanti altri, l’amministrazione ha organizzato un’audizione con i tecnici della Protezione Civile per comprendere quale sia stata la sua azione fino ad oggi. Ad introdurre il delicato argomento l’assessore competente, Emiliano Belmonte, che oltre a ringraziare la polizia municipale e i tecnici (alcuni dei quali hanno lavorato e continuano a farlo notte e giorno) ha sottolineato la tempestività con cui si è da subito investito per la realizzazione della sala emergenza e si è provveduto a controlli immediati nelle scuole e gli edifici pubblici. “Per il 2017 – dichiara – auspico che possa concludersi il piano di protezione civile e che si possa trovare una sede per i volontari”. Dopo la prima scossa nella notte del 24 agosto le richieste di sopralluoghi pervenute erano circa 650 e a fine ottobre quasi il 65 per cento di queste erano state evase con scheda Aedes, la prima fase di rilevamento del danno e pronto intervento per gli edifici ordinari. Il 26 ottobre poi l’altro evento sismico, seguito da quello di più grossa portata del 30 dello stesso mese. Bisogna ricominciare daccapo. Ad oggi complessivamente le richieste di intervento sono più di 3500, di queste quelle evase sono 1900. Il fatto che da agosto ad oggi la normativa in quest’ambito sia cambiata ben quattro volte non ha agevolato il lavoro dei tecnici e dei Comuni, che hanno visto gravare sulle loro spalle il peso di alcune operazioni come ad esempio quelle che riguardano le chiese, prima competenza esclusiva della Soprintendenza per i beni culturali ed oggi invece attribuite in base a specifiche caratteristiche. I provvedimenti emessi di varia natura, dalle transenne all’inagibilità totale o parziale, sono stati 334. Per quanto concerne l’azione di assistenza alle persone, nelle prime tredici notti dopo la il forte sisma del 30 ottobre sono state circa 400 le persone mediamente gestite, con un picco di 700 nella notte del 3 novembre. Per garantire un intervento immediato si è provveduto ad assistere gli sfollati anche tramite convenzioni con le strutture alberghiere. La situazione attuale invece vede 13 nuclei familiari collocati nei prefabbricati di legno e 53 attraverso autonoma sistemazione.

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