C’è stato chi ha voluto ricordare tutte le eccellenze “sottratte” alla sanità spoletina, come Sergio Grifoni, coordinatore del CityForum, puntualizzando tra l’altro che “nessuna specialistica è stata trasferita da Foligno a Spoleto mentre così non è stato viceversa”, è in estrema sintesi il pensiero esternato da Grifoni. E chi “brama” di sapere, in maniera più che lecita, quello che è il contenuto di quel famoso documento stilato dai sei saggi, tre spoletini e altrettanti folignati, sulla razionalizzazione dei servizi sanitari dei due nosocomi. E a farne una delle prerogative dei rispettivi interventi in occasione del convegno organizzato nei giorni scorsi dal Partito democratico di Spoleto dal titolo “Il ruolo di Spoleto nella sanità umbra”, sono stati il suo capogruppo in consiglio comunale, Dante Andrea Rossi, e il pari grado, ma del Gruppo misto, Aliero Dominici e la consigliera, sempre del Gruppo misto, Marina Morelli. Certo è che, nonostante le confortanti notizie che ha voluto porre all’attenzione della folta platea presente alla Sala Monterosso di Villa Redenta il direttore sanitario della Usl 2, Imolo Fiaschini, rispetto all’attività di quest’ultimo anno in alcuni dei reparti del nosocomio spoletino, non sono mancati di certo interventi critici sia nei confronti del massimo rappresentante dell’azienda sanitaria numero 2 dell’Umbria, nonché di un assessore Luca Barberini che ha comunque voluto ribadire con forza che il San Matteo degli Infermi di Spoleto “è un ospedale su cui non molliamo la presa, ma puntiamo sulla collaborazione. Per un progetto autentico che può essere modificato e implementato. Ci aspetta un duro lavoro da fare, ma sono convinto che insieme ce la faremo”, sono state, tra le altre, le sue parole. Che sono arrivate al termine di oltre due ore di dibattito, dove, è inutile negarlo, lo scetticismo è regnato sovrano tra gran parte della tanta gente che non è voluta mancare a un appuntamento in cui si trattava una tematica cara a tutti gli spoletini. E questo nonostante, appunto, ai numeri più che positivi letti dal direttore generale della Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini, rispetto a una attività ospedaliera del San Matteo degli Infermi cresciuta nel corso degli ultimi anni, e sebbene lo stesso assessore Barberini abbia annunciato le prossime nomine dei primari che arriveranno a Spoleto, ed esattamente al pronto soccorso e in radiologia, e l’imminente pubblicazione del bando che ne decreterà un altro per il reparto di medicina, e il potenziamento di servizi come la Radioterapia. E, fatto ancora più importante, della robotica, con un macchinario, e questa è una certezza, che andrà in disuso a ottobre prossimo. E poi “qual è il contenuto del documento elaborato dai sei medici incaricati dal sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, e quello di Foligno, Nando Mismetti, relativo a una proposta per l’integrazione tra i due nosocomi di riferimento delle due città?”, è stato l’interrogativo di molti. “Ragioniamo su questo testo da otto mesi, lo ha condiviso l’intero consiglio comunale, ma nessuno ancora lo conosce”, sono state, tra le altre, le parole di Dante Andrea Rossi, capogruppo del Pd in consiglio comunale. Contenuti che, come ha annunciato Barberini “verranno resi pubblici in un incontro con la città entro fine aprile – ha detto – i sindaci lo conoscono ma, sia ben chiaro, è un contributo e non la soluzione”.
Spoleto, entro fine mese verrà illustrato il documento dei “saggi” sull’ospedale
Pubblicato il 11 Aprile 2017 16:46 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:39
L'incontro sulla sanità a Spoleto
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