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Foligno, dopo la chiesa dell’Immacolata si lavora per altre riaperture: ecco le strutture finanziate

Pubblicato il 8 Dicembre 2017 10:46

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La chiesa di Maria Santissima Immacolata è stata la prima a riaprire a Foligno dopo il sisma del 2016. Un evento celebrato dal vescovo Gualtiero Sigismondi in prima persona (leggi qui) e che ha riunito nella chiesa di via dei Volontari tantissimi fedeli. Ma il lavoro della Diocesi di Foligno non si ferma. L’ufficio per la ricostruzione vuole restituire il prima possibile alle varie comunità le loro chiese. La chiesa di Maria Santissima Immacolata ad esempio, rientra in un più ampio progetto di ristrutturazione che comprende anche Santo Stefano di Maceratola e Santa Maria Assunta di Scopoli, per un contributo complessivo della Cei di 300mila euro. Altri 805mila euro, questa volta però da parte dello Stato, serviranno per sistemare la chiesa di San Marco di Sant’Eraclio (progetto in fase di predisposizione), insieme alla chiesa di piazza San Francesco e quella di Maria Santissima Assunta di Colfiorito (progetto già presentato). Oltre alle chiese che hanno un importo già quantificato per la loro ristrutturazione, la Diocesi si muoverà prossimamente anche per la chiesa di Borroni, il centro parrocchiale di San Giuseppe Artigiano e la chiesa di San Giovanni Profiamma. A breve dovrebbe partire anche la sistemazione di Santa Maria Maggiore a Spello. ALTRI INTERVENTI – Stanziato un milione di euro per la cattedrale folignate di San Feliciano, nonostante la città non sia rientrata nel cratere sismico. Il tutto grazie al dialogo tra l’ex commissario alla ricostruzione Vasco Errani e l’attuale dirigente per l’Umbria delle opere pubbliche e beni culturali Filippo Battoni. Ma la miriade di interventi finanziati dallo Stato o dalla Cei, interesserà anche altri luoghi sacri e di culto. In questo caso, sarà proprio la Conferenza episcopale italiana che se ne occuperà. “Per il 5 dicembre era fissato il termine ultimo per presentare alla Cei altri progetti – afferma il vicario episcopale don Paolo Aquilini -, ovvero quelli che fanno parte di comunità religiose come ad esempio San Bartolomeo”. Dentro il calderone non solo chiese, ma altre strutture come il campanile di Colle San Lorenzo.

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