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Speleologi da tutta Italia per studiare la Grotta del Cervo di Pale: la situazione a un anno dalla scoperta

Pubblicato il 11 Marzo 2018 08:32

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“Le grotte sono generate dall’azione della natura e tuttavia sembrano sussurrare in silenzio, sono fredde ma ci fanno sudare, sono inospitali ma irresistibili. In verità l’uomo ha appena iniziato a esplorare ciò che sta sotto la terra e ha scoperto solo una minima parte del mondo sotterraneo”. L’esploratore britannico Bear Grylls, noto per le sue esperienze estreme di sopravvivenza, ha un’idea molto chiara sulla reale importanza di una grotta e di una sua esplorazione. Ciò che si scopre sottoterra dona senza dubbio un fascino irresistibile che solo chi si addentra nelle cavità buie e inesplorate del nostro pianeta può senza dubbio comprendere e in qualche modo esternare. E’ passato quasi un anno da quando nel sasso di Pale fu scoperta una cavità che, grazie all’intraprendenza del Gruppo speleologico di Todi, si rivelò la primissima via per una delle scoperte più sensazionali della zona. Un salone tra i più grandi mai rinvenuti nella regione Umbria, paragonabile alle grandi sale della grotta di Frasassi e delle grotte di Monte Cucco ma con un potenziale altissimo per quanto riguarda la possibilità di nuove scoperte con nuovi accessi e vie. Grotta del Cervo è stata chiamata, una scoperta a cui stanno collaborando oltre ai primissimi speleologi del gruppo di Todi, i ragazzi del gruppo Speleo Cai di Foligno, della comunità agraria di Pale, il gruppo di Roma Stalattite Eccentrica, due gruppi di Ragusa direttamente dalla Sicilia più due gruppi Speleo di Narni e Terni. Ogni weekend giovani avventurieri spendono le loro ore al fine di poter andare avanti con l’esplorazione ma soprattutto con la messa in sicurezza delle vie già scoperte. LO STATO ATTUALE – La situazione ad oggi qual è? Ci sono nuove scoperte all’orizzonte? Uno dei primi scopritori della grotta Maurizio Todini, del gruppo speleologico di Todi, ha deciso di raccontare ai microfoni di RguNotizie.it l’attuale situazione. “Adesso stiamo realizzando la messa in sicurezza, perché la parte iniziale della grotta è caratterizzata da alcuni scivoli con dei massi molto pericolanti, fase ormai quasi completata. Abbiamo inoltre disostruito alcuni passaggi stretti – continua Maurizio Todini – perché nell’eventualità che qualcuno si faccia male abbiamo pensato che era importante migliorare alcune vie per un possibile soccorso. Stiamo iniziando inoltre a fare il rilievo del Grande Salone, operazione non facile perché si tratta di un’area molto grande, stratificata su diversi livelli da crollo con la base praticamente posizionata su grandissimi massi che rendono difficoltoso ogni prosieguo di cammino. Conseguentemente con questo rilievo stiamo provando a penetrare ad un passaggio che ci porti ad altri ambienti ed altre prosecuzioni”. Le spedizioni che si realizzano in grotta coincidono sempre con veri e propri campi di vari giorni dove i vari gruppi speleologici instaurano amicizie e collaborazioni al fine di proseguire e organizzare al meglio il lavoro. “Tranne queste settimane di maltempo più o meno le nostre discese ci sono regolarmente ogni weekend”. Il lavoro esplorativo all’interno delle grotte, data l’ampiezza delle stesse, non è quantificabile in mesi ma senza dubbio in anni. “La ricerca e l’esplorazione di un’area così grande dovrà essere continua e costante. Il tempo non dovrà essere un ossessione – racconta Maurizio Todini – e tutti siamo consapevoli che una scoperta del genere porterà diversi anni di lavori”. L’interesse su questa grotta è sempre in aumento, in ultimo la tesi di laurea in fase di conclusione della laureanda Elisabetta Cicio sugli aspetti geologici di quest’area. IL FUTURO – Ma il sogno di aprirla al pubblico rappresenta un’utopia? “Per adesso l’accesso della grotta è soltanto per speleologi esperti – conclude lo speleologo Maurizio Todini – perché ci sono dei tratti percorribili soltanto con attrezzature e tecniche speleologiche ma la cosa interessante è che all’interno del salone abbiamo individuato una cova di pipistrelli e soprattutto degli escrementi di un animale, forse un tasso, quindi probabilmente dovranno esserci degli ingressi al salone attraverso i quali gli animali entrano. L’ipotesi di trovare degli ingressi che siano vicini alla pendici della montagna non è remota e sicuramente potrebbe essere la soluzione ottimale per la realizzazione un passaggio sicuro per tutti coloro che vorranno ammirare questa meraviglia della natura”.

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