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Fils, la Uil risponde a Mismetti: “Legge Madia? Un salto nel buio”

Pubblicato il 18 Marzo 2018 10:38

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Non si placa a Foligno il botta e risposta tra Uil Fpl e Comune sulla Fils. Dopo un periodo di silenzio, infatti, sindacato ed amministrazione sembrano essere tornati ai ferri corti. Mentre infatti il processo di liquidazione e l’esternalizzazione dei servizi a nuovi soggetti va avanti, almeno sulla carta, è scontro su quella che è ad oggi la soluzione migliore per i lavoratori interessati dalla vicenda. “Il fatto che le gare siano state espletate ed andate a buon fine – dicono da Uil Fpl – non significa che anche gli affidamenti veri e propri andranno a buon fine. Ed infatti è tutto bloccato”. Il riferimento è, in particolare, all’azienda che si è aggiudicata l’appalto per le manutenzioni stradali. “Il passaggio di consegne è in stallo da gennaio – denunciano dal sindacato di categoria – dal momento che Fils non è in grado di trasferire, insieme ai lavoratori, almeno una parte del Tfr e dei debiti che ha con i dipendenti. E da quanto afferma la ditta – sottolineano – l’affidamento potrà perfezionarsi solo se verrà trasferito un numero drasticamente inferiore di lavoratori rispetto ai nove previsti nel bando di gara”. Ma Uil Fpl torna anche a parlare dell’applicazione dell’articolo 25 del Decreto Madia (leggi qui), chiamando in causa l’incontro tra Regione, Comune e sindacati del 28 febbraio scorso. “In quell’occasione – spiegano – l’assessore regionale Antonio Bartolini ha confermato che il percorso delle liste ex art. 25 è nebuloso ed incerto. Non risulta che ci siano partecipate interessate a riassorbire il personale in eccedenza, pare ci siano partecipate che prevedono di effettuare assunzioni esterne senza attingimento dalle liste (il divieto di assunzione esterna, con priorità per chi è nelle liste, al momento, vale solo fino a giugno 2018)”. Insomma, per Uil Fpl, parafrasando le parole di Bartolini, si tratterebbe di “un totale salto nel buio”. Di fronte a tutto questo, il sindacato torna a chiedere “percorsi chiari e trasparenti, sia nell’individuazione del personale eccedente che nella possibilità di dare certezze ai lavoratori. Ci padri e madri di famiglia che non hanno alcuna intenzione di giocare alla roulette russa – è il monito – venendo inseriti in elenchi che non danno alcuna garanzia di ricollocazione in altre partecipate, e che chiedono soltanto – concludono – di mantenere un posto di lavoro, anche se fosse presso aziende private”.

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