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“Ghost truck”, arrestato a Foligno ex appartenente ad un clan camorristico

Pubblicato il 27 Luglio 2018 09:15 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:49

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Operazione “Ghost truck”, i finanzieri del Gico arrestano a Foligno un ex appartenente ad un potente clan della camorra partenopea. L’uomo, già condannato con sentenza irrevocabile per associazione a delinquere di stampo mafioso, è ritenuto responsabile di intestazione fittizia di beni, omessa comunicazione di variazioni patrimoniali e di false attestazioni all’autorità giudiziaria. L’uomo, originario della provincia di Napoli, ora si trova agli arresti domiciliari su disposizione del gip del tribunale di Spoleto.Le complesse indagini, sviluppate mediante intercettazioni telefoniche nonché accertamenti finanziari e patrimoniali, hanno consentito diraccogliere alle Fiamme gialle gravi indizi per ritenere che l’arrestato avesse intestato fittiziamentele quote di una società di autotrasporti, operante nel folignate, ad un prestanome – anche tale ultimo indagato – del tutto privo di adeguate e autonome fonti di reddito. Il pregiudicato campano, oltre ad aver sciupato il patrimonio dell’azienda sottraendo denaro, crediti e automezzi societari per un valore di circa centomila euro, ha omesso, altresì, di comunicare alla guardia di finanza le variazioni del proprio patrimonio, come previsto dalla normativa antimafia. Non solo: l’arrestato ha continuato a frequentare persone di elevato spessore criminale, appartenenti a gruppi delinquenziali albanesi e della ‘Ndrangheta. Infine, per ottenere l’affidamento in prova al servizio sociale, il soggetto ha attestato falsamente all’autorità giudiziaria l’esistenza di un rapporto di lavoroa tempo indeterminato con una società di edilizia. “L’indagine – scrivono dal Comando provinciale della guardia di finanza – testimonia l’attenzione e il costante impegno delle fiamme gialle di Perugia per contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico umbro e scongiurare effetti distorsivi della libera concorrenza fra le imprese e di destabilizzazione dei mercati locali di beni e servizi”.

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