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Bene comune, nasce Daje Foligno: “Torniamo a vivere la città”

Pubblicato il 9 Ottobre 2018 14:46 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:35

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Bologna fa scuola e Foligno prova ad apprendere. La materia è quella dell’impegno civico per il bene della città, che sempre più spesso vede scendere in campo cittadini volenterosi, pronti a rimboccarsi le maniche per mantenere puliti e decorosi spazi verdi, vie e piazze. E se la buona volontà dei folignati non è certo da meno di quella dei bolognesi, un passetto in più nella città della Quintana andrebbe fatto. Ne è convinto il consigliere comunale di Liberi e uguali, Vincenzo Falasca, firmatario – d’accordo con un gruppo di concittadini – di una mozione con cui chiede al presidente della commissione consiliare competente di avviare lo studio e l’analisi di un “Regolamento per la cura e la valorizzazione dei beni comuni urbani e la tutela ed il sostegno alle forme di cittadinanza attiva”. Simile a quello adottato nella città emiliana nel 2014 e successivamente rielaborato anche da altre amministrazioni comunali italiane. Il concetto chiave per Falasca è quello della cittadinanza attiva, lo stesso richiamato poche settimane fa da un gruppo di cittadini che in una domenica di settembre siè ritrovato nel quartiere di Prato Smeraldo per trascorrere una giornata insieme, tra chiacchiere e picnic, ma non solo. Sì, perché in diversi, uomini e donne, hanno pulito il giardino antistante la scuola e sistemato la pavimentazione che si trova davanti alla casetta nota alle cronache per esser stata più volte in passato preda dei vandali. Autotassandosi i cittadini hanno così acquistato i materiali necessari al ripristino del pavimento ed in parte hanno utilizzato i mattoni frantumati a memoria ed in contrapposizione al danneggiamento. Quegli stessi cittadini, ora, stanno lavorando alla costituzione di un’associazione dal nome “Daje Foligno”. “Torniamo a vivere la nostra città”, questo lo slogan scelto e l’invito rivolto a tutta la comunità, ma non solo. Come detto, anche alle istituzioni, alle quali si chiede ora di mettere nero su bianco un regolamento che disciplini ed incentivi forme di cittadinanza attiva. Un regolamento che preveda interventi di cura occasionale del patrimonio pubblico, ma anche la gestione condivisa di aree pubbliche e di aree private ad uso pubblico ed infine azioni di recupero di spazi appartenenti alla comunità. “È necessario che ognuno di noi faccia la propria parte – spiegano – le istituzioni prima di tutti”. Anche perchè, proseguono, “siamo convinti che una città diversa sia possibile, ma che sia possibile solo se ognuno di noi si impegna, secondo le proprie possibilità, in un progetto comune e condiviso e questo – concludono – è il primo passo in questa direzione”.

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