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Decreto sicurezza, Mismetti: “Pronto a contattare gli altri sindaci per lavorare insieme”

Pubblicato il 10 Dicembre 2018 16:15

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“Nei prossimi giorni contatterò gli altri sindaci del territorio interessati dalla questione migranti per capire come gestire insieme la situazione alla luce del decreto Sicurezza”. Lo ha detto il primo cittadino di Foligno, Nando Mismetti, tornando sulla vicenda a pochi giorni dall’incontro con la stampa locale, durante il quale aveva denunciato il rischio che un centinaio di stranieri rimanessero senza tutele, abbandonati per strada, con tutto ciò che ne sarebbe potuto derivare in termini di sicurezza per la città, in termini economici per le finanze pubbliche e in termini occupazionali per i tanti operatori impiegati nei progetti di accoglienza.

E sempre negli scorsi giorni si è tenuto un primo incontro tra l’amministrazione folignate e le realtà cittadine che operano al fianco dei migranti. Un incontro durante il quale, così come spiegato dal sindaco Mismetti, Caritas, Arci e Cidis avrebbero espresso preoccupazione per le conseguenze del decreto Sicurezza, impegnandosi al contempo a lavorare per limitarne l’impatto.

Intanto a prendere posizione contro le dichiarazioni di Nando Mismetti è stato, dopo la Lega, anche il Movimento 5 Stelle. In una nota a firma dei consiglieri comunali Fausto Savini e Valentina Ferrari, infatti, viene ribadito come “amministrazione comunale e Pd abbiano deciso volontariamente di aderire ai progetti Sprar e, quel che è peggio – proseguono – non lo hanno fatto in una logica temporanea di superamento dell’emergenza, che occorreva mettere in conto su questo tema, ma lo hanno fatto dando per scontato che l’accesso a questi fondi era destinato a durare all’infinito. Se così non fosse – attaccano – il sindaco non lamenterebbe il rischio di ‘qualche decina di licenziamenti nelle associazioni che si occupano di immigrazione’”. Per il Movimento 5 Stelle, poi, un problema di sicurezza in città ci sarebbe già. “Purtroppo – concludono – per i folignati il problema non è la malasorte, ma un’amministrazione incapace di programmare a distanza di un mese, figuriamoci farlo per cinque anni. Invero non lo ha fatto ma, se Dio vuole, sono quasi finiti. I nostri amministratori da tempo, la consiliatura tra sei mesi”. 

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