Le attese sembrerebbero esser state deluse. I commercianti di Foligno che riponevano fiducia in un andamento positivo degli acquisti scontati si sarebbero infatti dovuti ricredere. A tracciare un bilancio dalla stagione dei saldi invernali appena conclusa è stato il presidente territoriale di Confcommercio, Aldo Amoni, per il quale il responso è di assoluta negatività. Se, infatti, ad avvio stagione l’impressione era stata di un andamento positivo, complice anche l’atmosfera natalizia e le iniziative organizzate in centro storico per le festività, gli entusiasmi sono andati subito scemando. “I saldi sono andati bene solo nei primi giorni – ha infatti commentato il presidente Amoni – poi c’è stato un crollo”.
Il motivo? Per il numero uno territoriale di Confcommercio il fatto che oramai la cosiddetta vendita promozionale non conosca archi temporali definiti, ma venga spalmata in maniera incondizionata su tutto l’anno. In più per Aldo Amoni a metterci il carico da novanta sarebbe anche il mercato. Con la disoccupazione che sembra non volersi arrestare e le condizioni di povertà in cui versano alcune fasce della società, compresa quella media, i cittadini si sono visti costretti a rinunciare alla stagione di acquisti.
Un’inversione di rotta, però, per Aldo Amoni è possibile. La chiave di volta sarebbe nei centri storici. “Bisogna rilanciarli – commenta il presidente folignate di Confcommercio – incentivando la residenzialità ed anche l’apertura di nuove attività commerciali, che non riguardino però la ristorazione, unico ambito fiorente nella terza città dell’Umbria. In passato – ha spiegato Amoni – avevo proposto l’utilizzo dei fondi derivanti dalle sanzioni al codice della strada per incrementare la vivibilità di cittadini e commercianti in centro storico”. Ed ora che per i folignati si avvicina l’appuntamento con il rinnovo dell’amministrazione comunale, il numero uno di territoriale di Confcommercio si dice pronto a redigere un documento, da inviare al futuro sindaco, per suggerire cosa fare sul fronte economico. Non solo all’intero delle mura urbiche, ma anche nell’immediata periferia, con attenzione in particolare alle aree industriali, a cominciare dalla Paciana.
Per Aldo Amoni occorre, dunque, invertire il senso di marcia e puntare sul commercio “anche perché – commenta – senza negozi ad ‘illuminare’ i centri storici, il futuro è di declino e degrado”. Un ultima nota, poi, sul fiorire dei centri commerciali. “Dobbiamo dire basta all’apertura di nuovi poli – ha concluso -. In Umbria il rapporto tra centri commerciali e popolazione ha superato anche quello della Lombardia”.