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Falchetti, Tofi e il futuro: “Peluso rimane, Petterini gioca finché vuole e dico no a salti nel buio”

Pubblicato il 21 Maggio 2019 11:08 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:58

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Il campionato del Foligno Calcio è terminato, così come “Il Nido del Falco”. L’ultima puntata della trasmissione di Radio Gente Umbra dedicata ai Falchetti e al calcio dilettantistico in generale è andata in onda lunedì 20 maggio. In studio, ospite di Simone Lini e Gabriele Grimaldi, il presidente biancazzurro Guido Tofi. Il numero uno del Foligno ha risposto alle domande dei conduttori e dei tifosi, illustrando gli obiettivi per il futuro. Ecco un estratto dell’intervista.

Il campionato è ormai finito ed è tempo di bilanci, qual è il suo? Qual è stato il momento più bello di questi due anni?

Il bilancio non può che essere positivo visto che abbiamo raggiunto sia l’obiettivo sportivo che quello di allargare la base societaria. Il momento più bello di questi due anni è stato la vittoria del campionato di Promozione, perché rispetto a quello di quest’anno presentava più incognite visto che ripartivamo da zero. La cena degli auguri di Natale è stato il momento più alto della stagione, perché ho sentito di nuovo l’empatia tra società e città.

È arrivata la notizia della conferma di Armillei e Cuccagna alla guida tecnica del Foligno, c’erano dubbi?

Mai avuto dubbi, non abbiamo avuti bisogno neanche di troppe parole, abbiamo condiviso da subito senza badare ai dettagli che la soluzione migliore sarebbe stata continuare insieme. Anche Peluso rimarrà, abbiamo un contratto biennale. Di altri nomi non ne facciamo, perché ancora non ce ne sono.

Quale sarà l’obiettivo del prossimo anno?

Senza patemi d’animo, senza troppi problemi cercheremo di fare un campionato tranquillo in serie D. Cercheremo di valorizzare i nostri giocatori e toglierci qualche soddisfazione, con l’obiettivo anche di consolidare la base societaria, vedremo la risposta della città e in ragione di quello vedremo cosa sarà opportuno fare.

E se, per caso, il Foligno dovesse trovarsi a lottare per il salto di categoria?

Noi partiamo per fare un campionato dignitoso, ma bisogna aspettare la risposta della città per fare questo tipo di ragionamenti, per non ripartire con storie vecchie che abbiamo già conosciuto. Niente salti nel buio, questa società non ne farà sicuro.

Com’è stata la risposta del pubblico in quest’anno?

La media è sotto i 200 spettatori, è vero che lo stadio di Foligno non è al massimo, soprattutto in inverno. Però anche in giornate belle la risposta non c’è stata. In estate abbiamo fatto meno abbonamenti rispetto all’anno della Promozione. Non lo so se sia realistico, ma se non c’è neanche una base solida su cui ragionare non vale la pena investire per salire di categoria. 

A proposito di stadio, si vedono dei lavori in corso al Blasone, cosa sta succedendo? 

I lavori che sono in corso riguardano la gradinata in cemento, poi c’è il finanziamento per la riqualificazione della pista d’atletica. È una struttura per gli anni ’80, oggi è obsoleta. Non andrebbe riqualificata a pezzi, perché la toppa è peggiore del buco. Bisognerebbe avere il coraggio di fare un progetto generale.

Il rapporto con la Vis Foligno continuerà? E con le altre società che cosa pensate di fare? 

Credo che il rapporto vada ulteriormente consolidato, perché tutte e due le società hanno fatto un passo in avanti e quindi c’è bisogno di nuove energie. Per quanto riguarda Virtus e C4 mi auguro che si torni a parlare di calcio tutti insieme.

Che tipo di girone preferirebbe in serie D? Quello con le squadre toscane?

Così a caldo dico che preferirei il girone con le squadre marchigiane. Abbiamo molte affinità con le Marche e l’apertura della nuova Ss77 ha favorito la vicinanza con i marchigiani. I tecnici che hanno visto le partite del girone toscano e di quello marchigiano, mi dicono che il toscano aveva un livello notevolmente più basso. Gli esperti mi dicono inoltre che le squadre delle Marche hanno fatto fatto importanti investimenti.

Alle fine del campionato di serie A molte “bandiere” lasceranno le loro squadre: Barzagli, Pellissier e De Rossi. Il Foligno Calcio ha la sua bandiera che si chiama Filippo Petterini…

Premesso che Barzagli e Pellissier hanno ricevuto un certo tipo di trattamento dalle loro società mentre per De Rossi non è stato così, per noi Petterini è una bandiera. Fino a quando vorrà giocare a calcio e sarà nelle condizioni di poterlo fare, per me sarà un giocatore del Foligno. Il giorno che deciderà di appendere le scarpe al chiodo, troveremo sicuramente la forma più corretta per salutarlo.

Qual è il sogno nel cassetto del presidente Tofi?

Il mio sogno è fare il presidente di una società con il 50% delle quote in mano all’azionariato popolare. Significherebbe che veramente la città partecipa delle sorti della squadra.

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