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Flusso elettorale, a Foligno tutti gli esclusi al ballottaggio hanno preferito Zuccarini

Pubblicato il 11 Giugno 2019 13:51 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:54

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Puntuale come un orologio svizzero, a due giorni dalla chiusura dei ballottaggi, arriva lo studio dei flussi elettorali del professor Bruno Bracalente, realizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia con la collaborazione del Servizio Studi dell’Assemblea legislativa dell’Umbria. Esame che ha messo sotto osservazione anche i dati del ballottaggio di Foligno, dove a sfidarsi c’erano il candidato del centrodestra Stefano Zuccarini, contro quello di centrosinistra Luciano Pizzoni.

I dati rispondono alla domanda su chi abbia vinto la cosiddetta “caccia al voto” delle altre liste, rimaste fuori dal secondo turno. Stando alla lettura dei flussi, Zuccarini riporta al secondo turno il 92,3 per cento dei suoi elettori, ne prende il 36 per cento dai 5 Stelle, il 31,1 di Stefanucci (Impegno civile) e il 66,1 di Trombettoni (Progetto Foligno) oltre al 100 per cento di quelli che avevano scelto Giustozzi (Casa Pound e Giustozzi Sindaco), lasciando l’1,6 per cento al non voto. Pizzoni parte male perché è in grado di riportare al secondo turno solo l’89,4 per cento di chi lo aveva scelto a primo. Prende il 2,2 per cento direttamente da Zuccarini, il 29,5 dai Cinque stelle, che quindi si sono divisi quasi equamente. Riporta nel centrosinistra il 16,6 per cento di quelli della Trombettoni.

Per quanto riguarda il “non voto” delle civiche e del M5s, al secondo turno il 34% dei grillini ha preferito rimanere lontano dai seggi, così come il 68,9% degli elettori di Impegno Civile e il 17,3% di Progetto Foligno.

Un quadro che dunque testimonia come le liste civiche abbiano, di fatto, scelto Zuccarini, così come i Cinque stelle, con una parte comunque andata su Pizzoni. Numeri, ma che aiuteranno di certo gli schieramenti a leggere la situazione e al centrosinistra, a leccarsi le ferite e a ripartire.

L’ANALISI – Le elezioni europee hanno sconvolto il panorama politico della nostra regione, molto più di quanto avvenuto in altre regioni italiane. Il voto di appartenenza non c’è più: è calata radicalmente la fedeltà al proprio partito politico. Nello stesso giorno, a distanza di qualche secondo, un elettore vota a sinistra per le europee e a destra per le comunali oppure viceversa. Il confronto tra le politiche del 2018 e le europee di quest’anno rivela una enorme mobilità. Si potrebbe definire un elettorato più libero e più maturo”: sono alcune delle considerazioni fatte dal professor Bruno Bracalente dell’Università di Perugia sull’analisi dei flussi elettorali in Umbria, lo studio condotto con il software messo a punto dal professor Antonio Forcina e con la collaborazione di Nicola Falocci e Brunello Castellani del Servizio studi e valutazione delle politiche dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.

ZUCCARINI AL LAVORO – Nel frattempo a Foligno è ufficialmente iniziato il mandato di Stefano Zuccarini come nuovo sindaco. A comunicarlo ai suoi concittadini è stato lo stesso Zuccarini, attraverso il suo profilo Facebook. Con una foto che lo ritrae nell’ufficio che fino a pochi giorni fa era di Nando Mismetti, il neo sindaco si è voluto mostrare già al lavoro dietro alla scrivania. Tra i primi impegni ci sarà sicuramente quello di comporre la squadra che lo affiancherà nei prossimi cinque anni. Come già riportato ieri dalla nostra redazione, già circolano i primi rumors rispetto alle persone che comporranno la giunta. Il ruolo di vicesindaco spetterà ad uno tra Marco Cesaro e Riccardo Meloni. Dovrebbero far parte del nuovo governo cittadino anche Riccardo Polli e Lorenzo Schiarea, ma occhio a Decio Barili, ovvero il più votato del centrodestra. Per lui potrebbe configurarsi anche il ruolo di presidente del consiglio comunale. Tra le donne, salgono le quotazioni di Caterina Lucangeli e Michela Giuliani: entrambe potrebbero avere un posto in giunta.

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