I conti del Comune di Montefalco tornano di nuovo sotto i riflettori. Dopo le aspre polemiche e le forti accuse dell’ultima campagna elettorale da parte del centrosinistra, ora il consiglio comunale ha certificato quello che in parte già si conosceva. E, cioè, le difficoltà del Comune attualmente guidato da Luigi Titta. Un ente che l’opposizione definisce “sull’orlo del dissesto” e che prevedrà per i cittadini tasse al massimo e taglio dei servizi. Come detto, a certificare le sofferenze delle casse comunali è stato l’ultimo consiglio comunale, programmato per lo scorso 31 luglio. Un consiglio nel quale si è preso atto che le previsioni in entrata contenute nel bilancio previsionale 2019/2021 risultavano “incongrue” e quindi ha provveduto ad abbatterle per oltre 320mila euro. “Con ciò – spiegano dal gruppo consiliare Si Amo Montefalco – si è determinato un potenziale disavanzo (vietato dalla legge), che ha impedito di attestare l’equilibrio di bilancio e quindi, al fine di evitare il dissesto e lo scioglimento del consiglio comunale, l’amministrazione ha provveduto a tagliare (e in alcuni casi azzerare) le previsioni di spesa non obbligatoria per servizi essenziali quali scuola, manutenzioni, sicurezza, sociale, servizi cimiteriali, cultura, promozione economica e manifestazioni turistiche, sport e contributi ad associazioni culturali, sportive e di volontariato”. Per la minoranza però, l’ammontare del “buco” di bilancio è talmente alto che tutto ciò non basta per ristabilire l’equilibrio. E’ per questo motivo che “l’amministrazione – spiegano dall’opposizione – ha dovuto deliberare l’aumento retroattivo dal 1° gennaio dell’addizionale comunale Irpef”. Quella degli ultimi dieci anni con a capo l’oramai ex sindaco Donatella Tesei, viene definita “un’amministrazione irresponsabile”, con i nodi che secondo Si Amo Montefalco stanno venendo al pettine: “È stato a dir poco imbarazzante che il sindaco – raccontano dall’opposizione – la giunta e i consiglieri di maggioranza, in oltre 3 ore di seduta, tenutasi con una grande affluenza di pubblico, non abbiano neppure tentato di replicare alle nostre gravi denunce”. I NUMERI – “L’enorme disavanzo accertato dal consuntivo 2018– spiegano dal centrosinistra – di 1,6 milioni di euro, nonché dell’abnorme massa di residui attivi di 11 milioni di euro. Laddove tali residui non riscossi si dimostrassero anche solo in parte non effettivamente esigibili o addirittura non sussistenti condannerebbero, nella prossima primavera, il Comune al dissesto, senza ulteriori possibilità d’appello. In quanto all’ammontare totale dei debiti di vario tipo del Comune – proseguono – l’ente ha accumulato oltre 1 milione di euro di debiti con Vus e con altri fornitori per fatture non pagate già scadute, nonostante abbia assunto un mutuo per la liquidità di 650mila euro e abbia già utilizzato almeno 1,2 milioni di euro di anticipi di cassa da parte del Tesoriere, che ovviamente devono essere restituiti. Tutto ciò, se sommano al disavanzo accertato di 1,6 milioni di euro e ai 7 milioni di euro di mutui, porta l’ammontare complessivo, salvo ulteriori sorprese derivanti dal riaccertamento dei residui attivi, a 11 milioni di euro (2000 euro pro capite per abitante). Per non far saltare subito il banco l’amministrazione ha aumentato l’addizionale Irpef, dopo che a marzo, aveva aumentato la Tari, mentre Imu e Tasi – concludono i consiglieri di minoranza – erano già da tempo al livello massimo applicabile”. Infine, Si Amo Montefalco chiede di “capire come sia stato possibile arrivare a tutto questo”, magari attraverso l’insediamento di una commissione d’inchiesta per accertare la reale dimensione del problema, le sue cause e le eventuali responsabilità, paventando anche il ricorso alla Corte dei Conti.
Montefalco, certificato il debito milionario: “Tasse al massimo e taglio dei servizi”
Pubblicato il 7 Agosto 2019 15:52 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:42
La piazza del Comune di Montefalco (foto d'archivio)
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