Ormai umbro d’adozione, o meglio, d’elezione, l’ex giornalista Rai e voce storica di “Tutto il calcio minuto per minuto”, Riccardo Cucchi sarà ospite domenica al “Blasone” per leggere le formazioni prima di Foligno Albalonga. Intanto, però, si è concesso ai microfoni de “Il Nido del Falco” (trasmissione di Radio Gente Umbra in onda tutti i lunedì dalle 19 alle 20 che si occupa di Foligno Calcio e delle altre squadre umbre) per una piacevole chiacchierata.
Il nome di Cucchi arriva dopo quelli di Carosio e di Ameri quando si parla dei radiocronisti delle vittorie mondiali degli Azzurri. “Ho ancora i brividi addosso quando ci penso – dice il giornalista romano – vi assicuro che ancora mi sveglio nel cuore della notte pensando di essere stato inserito in questo pantheon così prestigioso, con gente che ha fatto la storia della radio”. Una storia di successo, ma iniziata in provincia, a Campobasso: “Si deve cominciare dalla gavetta perché la provincia è dura, bisogna darsi da fare con dei mezzi inferiori a quelli delle grandi città. Mi mandarono lì a farmi le ossa, e il caso volle che il Campobasso venne promosso in serie B e fosse inserito nel girone di Coppa Italia della Fiorentina. Una straordinaria occasione anche per me che finì per raccontare il successo dei rossoblù contro la squadra di Antognoni, un’emozione unica. Lì ho capito che non c’è niente di più imprevedibile di una partita di calcio, infatti non ho mai azzeccato più di 7-8 risultati in una schedina…”. Il calcio, da quel momento, è cambiato radicalmente, con stadi più vuoti ma con sempre più abbonati alle televisioni. C’è qualcosa che però è rimasto immutato, ovvero il fascino e l’importanza della radio in provincia: “Ci sono tante radio quanti campanili in Italia, la radio ha il privilegio di essere capillare, di essere distribuita sul territorio e di essere il filo conduttore del collegamento con le emozioni delle persone. Il calcio dei campanili è la vera ricchezza del calcio italiano”. Ma il calcio, secondo Cucchi, è cambiato in meglio o peggio? “Le evoluzioni vanno comprese, non c’è un male nel presente e un bene incondizionato nel passato, o viceversa. Ho cominciato a seguire il calcio con l’Inter di Herrera che giocava in contropiede e faceva catenaccio, e sono arrivato a raccontare il Barcellona di Guardiola che toccava la palla 40 volte in 20 metri. Qual è meglio? Non lo so, ognuno scelga ciò che gli è più affine. Certo, per noi un po’ più ‘antichi’ credo che un po’ di fascino si sia perso nel vedere il calcio con 24 telecamere, ma i giovani è giusto che ne siano contenti”. Domenica il giornalista Riccardo Cucchi sarà al “Blasone” per vivere il calcio di provincia, quello che lo affascina ancora oggi: “La mia presenza allo stadio di Foligno – spiega Cucchi – nasce da una chiacchierata con un amico, Corrado Massatani, con il quale mi sono confidato di ributtarmi anche in maniera anonima, in quel calcio di passioni autentiche che si trova in provincia”.
E allora, per chi vuole godersi il calcio in modo divertente e appassionato l’appuntamento è fissato alle ore 15 di domenica per Foligno-Albalonga, con la voce “mondiale” di Cucchi a leggere le formazioni.