Non uno ma ben due pareri favorevoli, seppur non vincolanti, sono stati espressi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in risposta alla richiesta presentata dai Comuni di Spoleto, Trevi e Spello sull’applicabilità dello “spoils system” nella vicenda della Valle Umbra Servizi. Vicenda che aveva portato negli scorsi mesi alla revoca dell’incarico per il presidente Lamberto Dolci e per il consiglio d’amministrazione e alla nomina di nuovi vertici, come chiesto dal Comune di Foligno e votato anche da altre amministrazioni come Montefalco, Nocera Umbra, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi, Sellano e Giano dell’Umbria.
Il responso del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi è stato infatti avallato anche dall’Ufficio legislativo del Ministero per la pubblica amministrazione. Secondo quanto si apprende dall’incartamento inviato ai Comuni che avevano avanzato la richiesta di parere, nel caso umbro “va esclusa l’operatività dello ‘spoils system’ ai sensi dell’articolo 50, commi 8 e 9 TUEL”.
Per i competenti organi di Palazzo Chigi, infatti, il caso della Valle Umbra Servizi si discosta da quello su cui si era espressa la Corte di Cassazione a sezioni unite con la sentenza 16335 del 2019 alla quale aveva fatto riferimento il Comune di Foligno per forzare la revoca dei vecchi vertici. “La fattispecie scrutinata dalla Suprema Corte – si legge infatti nel documento – è diversa in quanto ha riguardato una società di servizi interamente partecipata dal solo Comune di Milano” rispetto alla quale “per espressa disposizione statuaria, il Comune di Milano ex art. 2449 c.c. aveva il diritto di nominare direttamente un numero di amministratori proporzionale all’entità della propria partecipazione”.
Differente invece, come detto, il caso della Valle Umbra Servizi, società partecipata da 22 Comuni “per la quale – sottolinea nel parere la Presidenza del Consiglio dei Ministri – nessuno degli enti/soci ha il potere statuariamente riconosciuto di nomina degli amministratori che è prerogativa esclusiva dell’assemblea societaria ex art. 2383 c.c. senza peraltro che lo statuto societario – si legge ancora – nel testo attualmente vigente, preveda altre modalità di ingerenza dei soci nella designazione degli amministratori né forme di controllo analogo da parte dei soci pubblici, secondo il regime proprio dell’’in house providing’”. Disposizioni che valgono tanto sul fronte delle nomine, quanto su quello delle revoche. “Lo statuto della Valle Umbra Servizi S.p.a. – viene dunque ribadito – non attribuisce ai Comuni che ne sono soci alcun potere di nomina (o di interferenza nella nomina) degli amministratori della società”.
In soldoni, il cambio dell’amministrazione di uno dei 22 Comuni soci della Valle Umbra, non può – secondo Palazzo Chigi – mettere ogni volta in discussione il Cda della partecipata.
Quali potrebbero essere ora le conseguenze? La richiesta di risarcimento da parte degli amministratori revocati, così com’era stato paventato anche dal sindaco spoletino, Umberto de Augustinis, “fermo restando peraltro che, nel caso di specie – si legge in conclusione nel parere -, la revoca è stata deliberata dall’assemblea, quindi giuridicamente riferibile alla società”.
Insomma, sul colpo di spugna voluto dal sindaco folignate Stefano Zuccarini aveva ragione Spoleto. Proprio in occasione della riunione che portò alla revoca di Lamberto Dolci e di Daniela Riganelli, Umberto de Augustinis spiegò le motivazioni per le quali lo “spoils system” non poteva essere messo in pratica. In quell’occasione però, Foligno ed i rappresentanti di altre amministrazioni non vollero sentir ragioni, andando avanti per la propria strada e spaccando di fatto l’assemblea dei soci.