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Covid-19, la Tesei firma anche la rinconfigurazione dell’ospedale dell’Altotevere

Pubblicato il 13 Marzo 2020 15:21 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:00

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Dopo Pantalla, ora tocca a Città di Castello. Con una nuova ordinanza la presidente della Regione, Donatella Tesei, ha infatti individuato una seconda struttura ospedaliera da utilizzare per far fronte all’emergenza Coronavirus. Si tratta di quella di Città di Castello dove, da ordinanza, si procederà ad una parziale e temporanea riconversione con la realizzazione di un reparto di terapia intensiva per pazienti sospetti o positivi.

Ad annunciarlo è stato, anche questa volta, l’assessore regionale con delega alla sanità, Luca Coletto, che parla a questo proposito di “secondo step del piano regionale per la gestione dei posti letto della rete ospedaliera”. “Dopo l’individuazione dell’ospedale di Pantalla quale presidio per pazienti in terapia ‘sub intensiva’ – ha spiegato al riguardo Coletto -, abbiamo individuato un’ala di quello di Città di Castello, da dedicare invece ai pazienti che necessitano di terapie ‘intensive’. L’ospedale dell’Altotevere – ha quindi proseguito – consente l’opportunità di un suo utilizzo parziale, senza dunque comprometterne la sua funzionalità complessiva”.

A disposizione, infatti, spazi indipendenti con accesso dedicato. Individuata l’area, dunque, a stretto giro si provvederà a fornirla di tutte le strumentazioni e dotazioni necessarie “che – sottolinea Luca Coletto -, al termine dell’emergenza, resteranno a disposizione, a vantaggio della qualità dell’offerta sanitaria del territorio”. Al via, dunque, la riconfigurazione a livello organizzativo-strutturale della struttura come ospedale regionale dedicato all’emergenza coronavirus. Iter che, come detto, sta interessando anche l’ospedale di Pantalla.

“L’ordinanza – fanno sapere dalla Regione – prevede, inoltre, che le disposizioni sono efficaci a decorrere dalla pubblicazione della presente ordinanza, di fatto già avvenuta,, fino e non oltre la scadenza di sei mesi stabilita dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio scorso”.

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