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Morte Wind of Passion, arriva l’archiviazione: tutti scagionati

Pubblicato il 21 Aprile 2020 09:50 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:51

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Il giudice per le udienze preliminari di Spoleto, Paolo Mariotti, ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero, Patrizia Mattei, sul caso Wind of Passion, il cavallo del Giotti morto durante la Quintana del 17 giugno 2017. Archiviazione che decreta così lo scagionamento del presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli, e di altre dieci persone tra esponenti di palazzo Candiotti e del Rione Giotti. Ossia, Lucio Cacace, Marco Pepe, Rodolfo Gialletti, Maria Teresa Ferretti, Gianmario Corsalini, Marco Terzarede, Tomas Luzi, Massimo Elisei, Francesco Pandolfi e Francesco Carlini. Cadute, dunque, per gli undici indagati le accuse di frode sportiva e maltrattamento di animali, avanzate a seguito dell’esposto presentato alla Procura di Spoleto da alcune associazioni animaliste.

“Grande soddisfazione per l’archiviazione delle indagini – ha commentato Raffaello Potalivo, legale del presidente Metelli e dell’Ente Giostra -. In questi casi nulla è scontato, ma eravamo sicuri delle nostre tesi e di ciò che la Quintana ha sempre fatto. Tutte le indagini – ha spiegato l’avvocato – hanno ruotato sulle analisi svolte dai periti tecnici e quelli nominati dal pm non hanno mai tenuto conto dei dati oggettivi: alla fine – ha concluso Potalivo – sono infatti arrivate due archiviazioni, nonostante la grande mole di indagini svolte”.

Secondo quanto emerge dall’ordinanza di archiviazione, la somministrazione di lidocaina c’è comunque stata ma è rimasto ignoto l’autore del fatto. “I reati oggetto di iscrizione – si legge infatti nel documento – risultano accertati nella loro dimensione oggettiva, in quanto commessi da chi ha somministrato al cavallo purosangue ‘Wind of Passion’ la lidocaina”. Farmaco che, secondo quanto dichiarato dal consulente del pm “ha indotto l’animale a non recepire nessun segnale algico di problemi muscolo-scheletrici negli arti inferiori, in modo che non manifestasse segni ciclici premonitori che avrebbero consentito al personale veterinario di fermare l’animale prima della competizione”.

Nonostante le indagini condotte, però, non è stato possibile risalire al responsabile. Nessun indizio è infatti emerso dai controlli effettuati nelle farmacie della zona, dalle immagini registrate dalle telecamere nelle aree in cui era stato l’animale prima della gara e dalle informazioni fornite da chi aveva partecipato alla preparazione di Wind of Passion. Da qui, dunque, la decisione di rigettare la richiesta di ulteriori investigazioni. Decisione rafforzata anche dal fatto che “la diffusione del farmaco e la sua semplicità di utilizzo non permettono di orientare l’indagine verso una particolare categoria di soggetti; per le ragioni esposte la notizia criminis deve essere archiviata perché l’autore del fatto è rimasto ignoto”.

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