Un aumento dell’abbandono dei rifiuti per strada in concomitanza con il lockdown. È la fotografia che sembra emergere a Foligno sulla base, spiegano dal circolo cittadino di Legambiente, delle segnalazioni arrivate. Quattro, in particolare, le problematiche individuate, che l’associazione guidata dal presidente Marco Novelli definisce di fatto croniche.
La prima riguarda l’abbandono di rifiuti in centro storico. “Il sistema di raccolta differenziata porta a porta a sacchi – spiegano da Legambiente – si traduce nella pessima abitudine dei cittadini di mettere fuori casa ogni tipo di rifiuto a ogni ora del giorno, motivo per cui la Vus ha attivato un servizio di recupero ‘abbandoni’ svolto quotidianamente ma che diseduca il cittadino a fare bene la raccolta perché sa che prima o poi il rifiuto verrà raccolto”.
Il secondo problema riguarda, invece, l’abbandono di rifiuti indifferenziati in prossimità, ad esempio, di bidoni di vetro o in punti di raccolta non gestiti in modo corretto dall’utenza, che rappresentano quindi una fonte di abbandono incontrollato. Come sta succedendo a Belfiore, così come denunciato da Legambiente. E proprio gli abitanti della frazione folignate avrebbero predisposto una petizione per chiedere un vero porta a porta.
Ci sono poi le mini discariche abusive in posizioni periferiche. Si tratta di quelle già censite dal Comune di Foligno e che l’associazione ambientalista continua a monitorare. Infine, quarta e ultima problematica, la presenza di bidoni per i rifiuti indifferenziati in alcune frazioni folignati, così come in altri Comuni della Valle umbra, “che diventano – commentano da Legambiente – attrattori di rifiuti non solo per i residenti ma anche per gli abitanti di altri Comuni, facendo aumentare il rifiuto procapite medio e l’indifferenziato”.
“La Valle umbra – sottolineano dall’associazione è ambientalista – è, a tutt’oggi, il territorio con il maggiore quantitativo di rifiuto procapite medio annuale (ad esempio a Foligno il rifiuto totale procapite è 579kg/ ab anno e a Terni è invece 478 kg/ab anno)”. Tutte questioni che si vanno ad aggiungere a quello che viene apostrofato come “uno storico ritardo” sul fronte dell’adeguamento degli standard di raccolta differenziata previsti dalla legge.
Dati alla mano, infatti, la percentuale della Valle umbra si attesta al 56 per cento, mentre quella di Foligno al 62 per cento contro il 72,3 per centro che si sarebbe dovuto raggiungere nel 2018 in base alla delibera di giunta regionale 34 del 2016 in materia di rifiuti.