Nonostante l’accordo con il Ministero dell’interno, in Umbria restano chiusi al culto i centri di preghiera islamici. Lo ha deciso la stessa federazione regionale, presieduta da Chafiq El Oqayly, in occasione di una riunione straordinaria che si è tenuta via web e che ha visto presenti i responsabili delle comunità aderenti. Compreso quello di Foligno, con la città della Quintana – lo ricordiamo -, che conta di due luoghi di preghiera per i fedeli islamici.
Un incontro online che vedeva esplicitato l’obiettivo già nell’ordine del giorno, ossia la proroga della chiusura dei centri di culto. “Una decisione – spiega il presidente umbro – maturata dopo un’attenta analisi degli sviluppi inerenti l’emergenza sanitaria che il Paese sta attraversando. Riteniamo – fanno infatti sapere attraverso un documento condiviso – che la vita delle persone sia più importante di qualsiasi attività di culto, pertanto – sottolineano – sarebbe saggio e opportuno prendere ulteriori misure di cautela malgrado l’accordo fatto con il Ministero dell’interno”.
Una chiusura, dunque, che si protrarrà fino a data da destinarsi. Quello che è certo, infatti, è che i luoghi di preghiera islamici non apriranno neppure in concomitanza con la fine del Ramadan, in programma per sabato 23 maggio, e di conseguenza con la tradizionale festa della rottura del digiuno, il giorno seguente. Momento che potrebbe comportare un’affluenza oltre l’ordinario all’interno dei centri di preghiera, mentre l’obiettivo della federazione resta quello di evitare gli assembramenti, riducendo così il rischio di diffusione del contagio.
Altra cosa certa è che la riapertura avverrà in maniera graduale, iniziando da due momenti specifici del culto islamico, ossia la preghiera della mattina e quella della sera. Un ritorno alla normalità per step, dunque, e che potrà essere soggetto a variazioni in base alla situazione epidemiologica. “Un dovere morale, etico e religioso – concludono dalla federazione – a tutela della vita umana: precetto fondamentale della fede islamica”.