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Foligno, centrosinistra su sanità: “No a prezzi maggiorati per la diagnostica privata”

Pubblicato il 5 Giugno 2020 10:08 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:41

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“Nessuno slogan è più falso del ‘Nessuno resta indietro’”. È quanto affermano i gruppi consiliari del centrosinistra di Foligno a poche ore dal comunicato diramato da Brugnoni Group a proposito della decisione dell’Usl Umbria 2 di “imporre un innalzamento del costo delle prestazioni private del 40 per cento”. Un annuncio che per Partito democratico, Patto x Foligno e Foligno 20/30 avrebbe dovuto far scattare la reazione del sindaco Stefano Zuccarini. Reazione che invece, denunciano, non c’è stata. “Sulla sanità – affermano – non si può rimanere in silenzio”.

Per i tre gruppi è una questione di tutela dei cittadini, della loro salute e sicurezza. “Deprechiamo con forza scelte inopportune e antidemocratiche” sottolineano dall’opposizione di centrosinistra, interrogando l’amministrazione folignate su come sia possibile “dopo l’impoverimento causato dalla pandemia, lasciare che non sia più possibile ricorrere alle cure di una sanità pubblica gratuita, imponendo addirittura imponiamo prezzi maggiorati alle prestazioni diagnostiche private”.

Quello della sanità è, infatti, uno dei temi su cui – da mesi ormai – sta facendo leva l’azione di opposizione di Pd, Patto x Foligno e Foligno 20/30. A cominciare dal momento in cui la presidente Tesei, con un’apposita ordinanza, aveva decretato una gestione mista – Covid, no Covid – del “San Giovanni Battista”, che ne aveva reso necessaria la riorganizzazione. “Dopo l’enfasi dell’annuncio: ‘L’ospedale ha ripreso la piena funzionalità’, dopo l’auto-smentita ‘l’ospedale riprenderà  la piena attività  dal 1 giugno’ – attaccano dal centrosinistra – dopo i numeri sciorinati in terza commissione, al 4 giugno non sono ancora prenotabili visite intramoenia”.

Una situazione – ribadiscono Pd, Patto x Foligno e Foligno 20/30 – resa ancora più preoccupante dalla notizia diramata nella giornata di giovedì da Brugnoni Group, che opera, nel territorio, con il centro medico “La Quintana” con prestazioni specialistiche di diagnostica per immagini. “A seguito di questa decisione – concludono dal centrosinistra folignate – i cittadini dell’Umbria appartenenti all’area territoriale dell’Usl Umbria 2, subiranno una compressione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Sembra una farsa”.

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