La Cgil chiede un confronto serio sul futuro dell’ospedale di Foligno. Ad annunciarlo sono stati il segretario generale del sindacato, Filippo Ciavaglia, ed il responsabile della zona per la Camera del lavoro, Angelo Scatena. Una richiesta che si inserisce nel dibattito sempre più acceso che, da settimane ormai, tiene banco in città e non solo, chiamando in causa la Regione ed i vertici dell’Usl Umbria 2.
E così, al coro di voci rappresentato dal centrosinistra cittadino e da quello umbro, si unisce ora anche l’appello della Cgil. “Crediamo che sia necessario quanto prima un confronto serio sulla nuova fase della nostra sanità pubblica territoriale, che si è dimostrata decisiva nell’emergenza” ha commentato, a questo proposito Ciavaglia. Per il segretario generale, infatti, “è su questa sanità che vanno ora concentrati investimenti e risorse, per coniugare al meglio l’impegno che dovrà restare forte nei confronti dell’epidemia Covid, con il ritorno ad una piena efficienza dei servizi sanitari tradizionali, mettendo da parte progetti di dubbia utilità, come l’ospedale da campo Covid che dovrebbe sorgere a Bastia Umbra e che – sottolinea – rischia di seguire la strada di altre ben poco felici esperienze fatte in altre regioni italiane”.
Intanto dal sindacato esprimono preoccupazione sulla ripresa delle attività ospedaliere e ambulatoriali territoriali. “Ci risulta – dicono dalla Cgil – che ad oggi si continuino ad erogare le prestazioni effettuate durante la fase di emergenza Covid, quelle urgenti con RAO “B” e “U”, mentre non sono riprese quelle ad un mese, le programmate e le prime visite, creando notevoli disagi e lamentele da parte dell’utenza del territorio folignate, che per avere risposte sanitarie – sottolineano – è costretta a recarsi al pronto soccorso, determinando sovraffollamento e difficoltà per il personale sanitario”.
“Come organizzazione sindacale – ha dichiarato Angelo Scatena – ci domandiamo a che punto siano gli impegni programmatici enunciati dal commissario straordinario il 29 maggio scorso che prevedevano la ripresa progressiva dal primo giugno”. Il riferimento è ai servizi di assistenza e delle attività chirurgiche e ambulatoriali. “Ci domandiamo anche – conclude Scatena – quando torneranno a regime i prelievi del sangue per controlli, che sono passati, tra ospedale e servizi territoriali, da un complessivo pre Covid di circa 250 giornalieri a 80, con una lista di attesa di circa 15/20 giorni”.