“Azzardo: non chiamiamolo gioco”, è questo il titolo della nuova rubrica d’approfondimento curata da Radio Gente Umbra in collaborazione con la Usl Umbria 2 e la Comunità La Tenda Cooperativa Sociale.
Un viaggio alla scoperta di un problema tristemente attuale in compagnia della dottoressa Lucia Coco, psicologa e referente del Centro regionale per il trattamento del disturbo da gioco d’azzardo, e Samanta Migliorati, educatrice della cooperativa “Comunità La Tenda” di Foligno che gestisce il numero verde regionale. Un fenomeno, quello del gioco d’azzardo, molto presente nel Cuore verde d’Italia. Una vera piaga sociale di cui, nel corso delle trasmissioni della rubrica, parleranno le due esperte.
“I dati emersi dalle ricerche ci dicono che quella del gioco d’azzardo in Umbria è un’emergenza di cui tener conto seriamente – hanno esordito le due professioniste nella prima puntata –. Basti pensare che, stando all’indagine condotta dall’istituto di ricerca nazionale Ipsad nel periodo che va dal 2017 al 2018 sulla popolazione nella fascia d’età compresa tra 15 e 74 anni, è stato rilevato che, nella nostra regione, il 44,2% degli uomini ed il 39,2% delle donne hanno praticato gioco d’azzardo nei dodici mesi precedenti all’intervista. Si tratta del 41,6% della popolazione complessiva. Considerando che la media nazionale è pari al 41,4% – hanno aggiunto – siamo in linea con il resto d’Italia, con un’eccezione che riguarda la fascia di età tra i 15 ed i 34 anni. Quel range – hanno spiegato – presenta un dato leggermente inferiore”.
Interessante capire in che zone dell’Umbria ci sono maggiori criticità. “Sulla base del report effettuato in Umbria, sono stati elaborati i dati tenendo conto di quelli dell’Agenzia dei Monopoli di Stato – hanno detto -, si è rilevato che tra i comuni con più di 5mila abitanti in cui vengono giocate somme inferiori rispetto alla media regionale figurano Montecastrilli, San Gemini e Montefalco, dove vengono destinati al gioco d’azzardo rispettivamente 196, 214 e 312 euro procapite. Situazione inversa a Bastia, Città di Castello e Terni, dove gli ‘investimenti’ raggiungono rispettivamente di 1646, 1264 e 1177 euro procapite. Analizzando le possibili correlazioni tra posizione geografica e somme spese, – hanno osservato – si scopre che ad incidere sono il reddito e la disponibilità di apparecchi, ovvero maggiore l’offerta maggiore l’intensità di gioco. Ovviamente oltre a questi fattori, ce ne sono molti altri che concorrono al presentarsi del disturbo”.
Di fatto, in Umbria, si tratta di un problema reale. Un problema che va affrontato e dal quale, grazie al supporto di professionisti, è possibile uscire. A tal proposito esiste un numero verde istituito dalla Regione cui è possibile rivolgersi per parlare del disturbo da gioco d’azzardo. “Il servizio – hanno spiegato Lucia Coco e Samanta Migliorati – è nato per accogliere tutte le richieste d’aiuto delle persone e delle famiglie del nostro territorio che si trovano in questa condizione. Il numero verde è 800410902 ed è gestito dagli educatori de La Tenda che hanno esperienza pluriennale nel campo delle dipendenze. Lo sportello – hanno ricordato – è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19”.
Chiamare gratuitamente questo numero permette di accedere anche ad informazioni rispetto alle varie realtà umbre che si occupano del gioco d’azzardo. Non solo. “È anche uno sportello di ascolto – hanno concluso le due esperte –, perché chiunque può chiamare anche semplicemente per un colloquio di supporto rispetto al problema. Un momento di accoglienza dal punto di vista emotivo”. E ancora, il servizio lavora in stretto contatto con associazioni del territorio, sindacati, comuni e parrocchie per creare una rete di supporto capace di rispondere prontamente alle difficoltà di famiglie e diretti interessati.
La rubrica “Azzardo, non chiamiamolo gioco” è partita il 29 giugno e andrà in onda tutti i lunedì alle 19 per cinque settimane (in replica mercoledì e venerdì sempre alle 19). La trasmissione, condotta da Fabio Luccioli, vedrà sempre in studio la presenza delle dottoresse Coco e Migliorati.