Costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno senza tutele. È quanto accaduto ad alcuni extracomunitari, tutti in Italia con regolare permesso di soggiorno, che lavoravano alle dipendenze di un allevatore di ovini di Gualdo Cattaneo. L’uomo, un italiano di 38 anni, è infatti ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Per questo nella mattinata di venerdì 3 luglio l’allevatore è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dalla Procura dalla Procura della Repubblica di Spoleto ed eseguita dai carabinieri della stazione di Gualdo e dal Nucleo ispettorato del lavoro.
A far scattare le indagini lo scorso mese di gennaio era stata la denuncia-querela di uno dei lavoratori “in nero”. Impiegato come addetto al bestiame, l’uomo lavorava dalle 6 alle 18 senza riposo per una retribuzione mensile di circa 800 euro, “in assenza – spiegano i militari – di qualsiasi presidio di sicurezza o misura di tutela in materia di lavoro, senza alcuna formazione specifica e sorveglianza sanitaria prevista dalla legge”. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, lo straniero attaccava il turno alle 6 di mattina e proseguiva senza sosta fino alle 18.
Una prima denuncia, alla quale ne hanno fatto seguito delle altre, sporte – come detto – da altri cittadini extracomunitari, regolarmente sul territorio nazionale, che avevano lavorato alla dipendenze del 38enne alle stesse condizioni. Per gli inquirenti “condizioni di sfruttamento ed assoggettamento, aggravate da minacce e aggressioni fisiche nei confronti di chi aveva tentato di ribellarsi”. Almeno in un’occasione, ricorrendo all’utilizzo di una pistola, rinvenuta dai carabinieri durante una perquisizione domiciliare e risultata essere una scacciacani priva del tappo rosso. In un altro caso, è stata accertata anche l’esposizione di uno dei lavoratori a grave pericolo per la propria incolumità, data l’assenza di requisiti di sicurezza nell’alloggio messo a sua disposizione dall’imprenditore, a fronte di un canone d’affitto di 200 euro detratto dalla retribuzione mensile. Per i militari i lavoratori erano costretti a subire le condizioni imposte per far fronte alle necessità delle loro famiglie, sia in Italia che nei paesi di origine.
Al 38enne sono state quindi contestate specifiche violazioni in materia di sicurezza sul lavoro per 9mila euro di ammenda e violazioni amministrative per l’irregolare occupazione al lavoro di dipendenti, per 85mila euro, recuperando contributi previdenziali Inps per 2mila euro. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato condotto nella propria abitazione in regime di arresti domiciliari.