Nessun reato di associazione a delinquere. È quanto stabilito nella sentenza pronunciata nella giornata di martedì 22 settembre a carico di due folignati – G. M.M. e R.D.A., queste le iniziali – rispettivamente titolare e dipendente di un’agenzia di viaggi della città della Quintana, finita al centro di un’indagine sul presunto ingresso illegale negli Stati Uniti di alcuni cittadini albanesi. Resta, invece, l’ipotesi di favoreggiamento per immigrazione clandestina nei confronti dei due folignati per i quali il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 12 anni per il titolare e ad 11 anni e 10 mesi per il dipendente. Pene che si sono nettamente ridotte, rispettivamente a 2 anni e sei mesi e a 2 anni, cinque mesi e venti giorni.
“Siamo soddisfatti perchè è caduta l’associazione a delinquere ed anche perché rispetto ai 12 anni di reclusione richiesti dall’accusa la pena è stata drasticamente ridotta”: questo il commento degli avvocati Giovanni Picuti e Giovanni Maccabei, incaricati della difesa del proprietario dell’agenzia di viaggi. “Tuttavia – hanno proseguito i due legali – attendiamo la lettura delle motivazioni della sentenza prima di decidere l’eventuale proposizione dell’appello al fine di perseguire l’assoluzione con formula piena”.
A finire nel mirino degli inquirenti, oltre ai due folignati, anche due cittadini albanesi per i quali era stata chiesta una pena di 10 anni ed otto mesi. Anche per loro condanna ridotta, in questo caso a 3 anni e quattro mesi. L’indagine sui quattro – lo ricordiamo – era scattata nell’estate del 2018 a seguito di una segnalazione fatta da un’agenzia americana impegnata nel controllo delle frontiere.
Era stata proprio l’International Homeland Security, infatti, a notare un inconsueto “traffico” di cittadini albanesi verso gli States. Da lì, dunque, avevano preso il via tutti gli accertamenti del caso. Accertamenti che avevano portato in Umbria, ed in particolare all’agenzia di viaggi di Foligno che, secondo gli inquirenti, avrebbe agevolato il flusso di cittadini stranieri oltreoceano attraverso passaporti italiani contraffatti.